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Il taglio delle province è sparito

La Camera dei Deputati

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Alla fine la montagna non ha partorito neppure il classico topolino. Il taglio delle province non ci sarà, neppure quello delle ultime quattro rimaste dopo una serie infinita di ripensamenti, aggiustamenti e modifiche. Ieri pomeriggio il presidente della commissione affari costituzionali della Camera, Donato Bruno, ha infatti presentato un emendamento soppressivo dell'articolo contenuto nel Disegno di Legge. La spiegazione? Troppo poche e troppo «mini» le ultime quattro (Fermo, Vercelli, Vibo Valentia e Isernia), la loro cancellazione sarebbe stata ininfluente per le casse dello Stato. Quel che resta è invece la pessima figura che la maggioranza ha fatto dopo una serie di annunci non rispettati. E alla fine di un «balletto» in cui, principalmente per accontentare le proteste della Lega che non voleva il taglio di enti locali governati dal Carroccio, uno dopo l'altro sono stati messi paletti per «sfoltire» l'elenco. Rispetto all'ipotesi uscita dalla manovra (il testo è poi entrato nel ddl sulla Carta delle Autonomie) la soglia minima per una provincia era stata abbassata da 250mila a 200mila abitanti. Non solo, province come Rieti o Biella erano state «graziate» perché per quelle a prevalente conformazione montana il tetto veniva abbassato a 150 mila abitanti. A conti fatti, ha spiegato ieri il sottosegretario alle Riforme Aldo Brancher, «il relatore, dai calcoli sulla normativa vigente si è reso conto che il taglio si sarebbe ridotto a un numero molto ristretto di province per cui, di fatto, non aveva un forte significato mantenere questa norma». Di qui l'emendamento di Donato Bruno, con il quale dal disegno di legge è stato stralciato l'intero articolo 14 riguardante, appunto, il riordino delle province. Ma il «taglio» potrebbe in qualche modo essere recuperato con una proposta che arriva da Italo Bocchino. Il deputato «finiano», sul sito «Generazione Italia» annuncia infatti che «con un apposito emendamento in sede di approvazione della manovra chiederò alla Camera dei deputati di cancellare le Province con meno di 400 mila abitanti. Si tratterebbe solo di un primo importante passo in vista di una revisione costituzionale che riesca a cancellare tutte le Province. Non dovremmo fare altro che riprendere una proposta di legge costituzionale presentata da 13 deputati del Pdl. E non sono tutti finiani». E da Silvano Moffa, altro deputato del gruppo vicino al presidente della Camera, arriva un'altra proposta: mantenere la provincia facendovi però partecipare solo i sindaci dei Comuni i quali poi eleggerebbero un proprio presidente. Scatenata contro il Pdl l'opposizione. «Prima era il taglio delle province, poi era diventato quello delle mini-province, poi più niente – è il commento di Davide Zoggia, responsabile Enti Locali del Pd – Oggi viene dimostrata la totale inaffidabilità della maggioranza e l'inconsistenza riformatrice delle sue politiche».  

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