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Polverini prepara la contromanovra

Il presidente della Regione Lazio Renata Polverini

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Guida una Regione con i conti in rosso e presto potrebbe essere costretta ad aumentare le tasse e a tagliare altri posti letto nella sanità. Ma Renata Polverini non si arrende. Nemmeno di fronte a Tremonti e company. Anzi. Le forbici le ha prese lei in mano per prima, tagliando del 10 per cento gli stipendi delle cariche più alte del Lazio e sfoltendo i consulenti. Alla faccia delle riduzioni annunciate (ma non ancora realizzate) dai Palazzi della politica. E se la manovra del governo rischia di dare il colpo di grazia alla Regione, la presidente Polverini presenta all'esecutivo le proposte per evitare il peggio. Prima di tutto la lotta all'evasione fiscale puntando sull'azione congiunta di Inps e Agenzia delle Entrate per contrastare soprattutto il mancato pagamento dell'Irap e la revisione del Patto di stabilità per non punire le Regioni. «Si tratta di misure finalizzate alla stabilizzazione finanziaria e alla competitività economica con l'obiettivo di ridurre le spese e gli sprechi in un contesto critico verso i tagli e fortemente penalizzante per le Regioni». La governatrice ha anche espresso preoccupazione per il blocco triennale dei contratti dei dipendenti pubblici, contenuto nella manovra. Un'altra proposta della Polverini prevede lo sconto sull'Irap per le aziende che assumono lavoratori a tempo indeterminato con una riduzione dell'aliquota fino al 31 dicembre 2013. Poi chiede al governo agevolazioni fiscali per Regioni, Province e Comuni che aggregano le proprie società partecipate con una conseguente riduzione della spesa pubblica e dei costi di gestione. Infine propone la sospensione del pagamento delle rate di ammortamento dei mutui: si punta a consentire alle Regioni che sono in difficoltà di disporre di quelle risorse di parte corrente da destinare a nuovi investimenti, anche se resta l'impossibilità da parte delle Regioni che usufruiscono della sospensione di contrarre nuovi prestiti. Nel pomeriggio di ieri la Polverini è andata direttamente dal ministro dell'Economia Tremonti a chiedere una finanziaria più equilibrata. «La manovra - ha ribadito la governatrice del Lazio - è troppo sbilanciata, è quasi totalmente pagata dalle Regioni: chiediamo quindi un riequilibrio. Speriamo - ha aggiunto - di poter aprire con il governo un tavolo di confronto che effettivamente non ponga le Regioni nella condizione di dover far pagare ai cittadini il costo della manovra. I tagli incidono fortemente nel trasporto pubblico locale, nelle politiche sociali e in quelle abitative». E come se non bastasse, la Polverini ha anche sottolineato che «c'è un ulteriore allarme che riguarda i trasferimenti dai ministeri alle Regioni, visto che questi possono decidere come tagliare i risparmi. Il rischio è quindi quello che anche in questo caso siano penalizzate le Regioni. Qui parliamo di politiche per lo sviluppo, la ricerca e l'innovazione, interventi sulle pmi che, in un momento di crisi, sarebbe ulteriormente dannoso». Infine ha annunciato l'ultima decisione: «È stata approvata una delibera molto importante che decurta gli stipendi delle tre figure apicali della Regione». Si tratta del capo e il vicecapo ufficio di gabinetto, nonché quello del segretario generale. Un taglio del 10 per cento che, chiarisce la Polverini tanto per evitare fraintendimenti, «non va confusa con i tagli contenuti nella manovra del governo. Questa decurtazione agisce infatti sull'intero importo delle tre cariche principali della Regione». Conti alla mano gli stipendi del capo ufficio di gabinetto e del segretario generale passano da 211 mila euro l'anno lordi a 189 mila, mentre il segretario generale vedrà scendere la propria retribuzione da 201 mila euro a 181 mila. Ma i risparmi, assicura la governatrice del Lazio, continueranno. A questo punto perché non proporre a Tremonti e ai presidenti di Camera e Senato di ridurre anche i costi per i parlamentari? «Non è escluso che lo faccia», ironizzano alla Regione.  

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