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Festa della Repubblica il 17 marzo Ma il Carroccio non ci sta

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Èstata la commissione Istruzione del Senato a stabilirlo votando due emendamenti sulla questione: il primo che, per l'appunto, ufficializzava la data per le celebrazioni dell'anno prossimo e il secondo nel quale il senatore Democratico Antonio Rusconi chiedeva, invece, «che la data del 17 marzo non fosse limitata al 2011, ma fosse celebrata tutti gli anni, come avviene in tutti i Paesi europei». E così, se quest'ultimo è stato respinto direttamente dal sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro, il primo è stato votato all'unanimità. Un voto che, però, non ha evitato di suscitare polemiche nel momento in cui i due senatori della Lega, Mario Pittoni e Enrico Montani, hanno deciso di astenersi che, al Senato, significa voto contrario. «Sconcertante» è stato il commento del capogruppo Pd in commissione Rusconi non appena ha realizzato che il Carroccio aveva deciso di astenersi dal votare la festa per i 150 anni dell'unità dell'Italia. Sconcertante soprattutto per il fatto che proprio al Senato «è appena stata inaugurata una mostra che dedica un ruolo assai importante ai "Padri fondatori del Risorgimento", al gruppo di letterati del "Conciliatore", ad Alessandro Manzoni, a tutti quei precursori, gran parte dei quali lombardi, che crederono fermamente nell'Unità italiana fino al punto di rischiare o sopportare le carceri asburgiche». Una polemica che non esiste per il capogruppo del partito del Sole delle Alpi in commissione Istruzione Pittoni che ha voluto raccontare a Il Tempo le motivazione che hanno portato lui e il collega Montani ad astenersi: «Non è assolutamente nostra intenzione creare un caso politico. La nostra astensione è stata decisa quando, arrivati in commissione, ci siamo trovati a dover votare un emendamento che non avevamo avuto il tempo di discutere e analizzare preventivamente. Creare un caso politico su questo argomento mi sembra esagerato, anche perché il nostro gesto è stato fatto solamente quando eravano certi che l'emendamento sarebbe comunque passato. Con il nostro "non voto" abbiamo così voluto tutelare le diverse sensibilità degli italiani sull'unità d'Italia». Ale.Ber.

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