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Botte alla trans del caso Marrazzo

Il distributore di benzina dove è stata aggredita Natalì, il trans del caso Marrazzo (foto Gmt)

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L'ha colpita con una mazza di ferro e un bastone in un distributore di benzina davanti a una caserma dei carabinieri. E poi le ha detto: «Ora vallo a dire a Marrazzo». L'altra notte se l'è vista brutta la trans Natalì, 38 anni, filmata l'estate scorsa nel suo appartamento romano insieme con l'ex governatore del Lazio, presunta vittima di un ricatto da parte di quattro carabinieri infedeli della Compagnia Trionfale. L'uomo, S.M., 38 anni, di Montelibretti, nell'hinterland della capitale, con alcuni precedenti di polizia, è stato denunciato dai militari per lesioni aggravate. Lei è stata ricoverata al reparto di Ortopedia dell'ospedale Villa San Pietro, sulla Cassia, con un braccio rotto e alcune ferite sul fianco e contusioni alla testa. Anche l'altro, a suo dire, avrebbe subito qualche escoriazione rifiutando però di essere trasportato in ospedale dall'ambulanza del 118. E già. In questa vicenda, come del resto in tutta inchiesta sul caso scoppiato attorno a Piero Marrazzo, i fatti non sono come sembrano, o almeno, i personaggi coinvolti non raccontano la stessa versione. Il cliente della trans ha detto ai carabinieri del Nucleo radiomobile del colonnello Mauro Conte che lei non voleva scendere dalla vettura e quindi è stato costretto a usare la forza. Natalì invece ha riferito che il tizio si è mostrato strano sin dall'inizio e avrebbe perso la testa, senza un chiaro motivo.   L'incontro avviene intorno all'1,30. Natalì si prostituisce in viale della Moschea. Arriva il tale, su un'auto giapponese. Sembra distinto, un tipo tranquillo, coi soldi. Lei propone di andare a casa sua, in via Gradoli, la stessa degli incontri con Marrazzo. Durante il tragitto il cliente si ferma al bancomat, più volte, tanto che Natalì comincia a insospettirsi. Fino al punto che arrivati in via Gradoli avrebbe detto al cliente: «Lasciamo perdere, riportami in strada», in via Tor di Quinto, dove si trova la caserma «Salvo D'Acquisto».   Poco prima di arrivare al luogo stabilito l'uomo dice che deve far benzina e accosta nel distributore che precedere il presidio militare. E lì comincia la storia di dubbi e violenza. Secondo il cliente, Natalì si sarebbe rifiutata di scendere dall'auto causando la lite. la trans, invece, sostiene che lui prima l'avrebbe percossa nell'abitacolo con una mazza di ferro che era nell'auto, poi sarebbe sceso afferrando una bastone che era al distributore di benzina colpendola al braccio, alla testa e al corpo. Alcuni passanti hanno avvisato il 112 e quando i carabinieri del Nucleo radiomobile sono arrivati i due stavano ancora litigando.  

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