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«Al pubblico impiego è stato chiesto molto e non si può esagerare

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Miriferisco al blocco degli scatti retributivi per il personale della scuola e all'accelerazione dell'innalzamento per l'età di pensionamento delle donne. Contro il blocco degli scatti nella scuola faremo una manifestazione il 15 giugno insieme aalla Uil escluso la Cgil». Il leader della Cisl Raffaele Bonanni punta i piedi sulle due questioni chiave: pensioni e scuola. Già è stato difficile far digerire ai dipendenti pubblici il congelamento degli stipendi «ma non si può tirare troppo la corda». Cominciamo dalle pensioni. La Commissione Ue ha dato all'Italia un ultimatum, non c'è altra soluzione che adeguarsi. Vedete altre soluzioni? «Ci era sembrato che la soluzione individuata andasse bene a tutti, al governo e all'Unione Europea. Quindi spero che il ministro del Lavoro Sacconi si impegni ad andare a prospettare il meccanismo graduale sul quale c'è già un accordo. Rimettere in discussione quella decisione in un momento difficile per il settore del pubblico impiego chiamato a affrontare molti sacrifici, rischia di creare un clima di accanimento che non giova a nessuno». Si è detto che la situazione attuale crea una discriminazione tra uomini e donne... «Mi sembra una tesi stravagante. Tutti sanno che nel mercato del lavoro le donne sono svantaggiate giacchè durante 40 anni di lavoro devono affrontare interruzioni dovute a gravidanze e alla assistenza a anziani e malati in famiglia. Quindi hanno carriere frammentate e versamenti contributivi inferiori agli uomini. Per questo si era trovato un meccanismo graduale di equiparazione». Questo annuncio potrebbe creare una fuga verso il pensionamento pericoloso per i conti della previdenza? «Di sicuro crea tensione sul posto di lavoro. Già la scorsa settimana quando era spuntata la notizia della rateizzazione delle buonuscite, in poche ore ci sono state migliaia di richieste di pensionamento. Poi il nostro appello è stato accolto e l'allarme è rientrato. Ora con la pensione delle donne si corre lo stesso pericolo. cambiare le regole dall'oggi al domani vuol dire costringere le persone a rimettere in discussione i loro progetti di vita. e statistiche dicono che circa il 45% degli aventi diritto alla pensione preferisce restare a lavorare ma costoro vogliono conservare la libertà di scegliere ciò che ritengono più conveniente». Avete in programma azioni di protesta sulle pensioni? Uno sciopero? «Noi faremo pressioni sul governo come abbiamo fatto per la buonuscita. Un grande sindacato autorevole non ha bisogno di scendere in piazza ogni volta, come taluni fanno. A un comportamento di responsabilità corrisponde altrettanta responsabilità. Mi rivolgo al ministro del Lavoro affinchè si rechi presso la Commissione Ue e altrettanto faremo noi nei confronti della Ces che è il sindacato europeo in modo da spiegare la situazione del mercato del lavoro italiano per le donne». E per la scuola? Nella manovra c'è il blocco degli scatti di anzianità. Che farete? «Abbiamo già deciso per il 15 giugno una manifestazione a Roma insieme alla Uil ma senza la Cgil perchè non vogliamo prestarci a strumentalizzazioni politiche. Il blocco degli scatti per gli insegnanti crea una sperequazione rispetto agli altri colleghi del pubblico impiego e soprattutto ai grossi manager statali. Bisogna trovare soluzioni alternative».

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