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Saviano firma e dubita dei giudici

Roberto Saviano

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Dall'11 al 17 febbraio 2004 la rivista online Carmilla raccoglie millecinquecento firme per un appello in sostegno di Cesare Battisti. (...)In pochi mesi quelle firme diventano duemiladuecento. Una vera e propria lista della vergogna. Ancora oggi la si può trovare facilmente sul web, nessuno l'ha mai rimossa. (...)Vale la pena fare qualche nome. Primo firmatario è lo scrittore Valerio Evangelisti, autore di fantasy e non solo. È lui il principale portabandiera della causa di Battisti, assieme ad altri scrittori altrettanto convinti come Giuseppe Genna (animatore di Carmilla con Evangelisti), Nanni Balestrini (classe 1935, uno che nel 1971 firmò il famoso appello su L'espresso contro il commissario Luigi Calabresi). (...)Perché Saviano firma l'appello per il terrorista? Una spiegazione arriva cinque anni dopo, nel gennaio 2009, con una lettera inviata a Carmilla, con cui lo scrittore ha un legame antico: «Leggo e stimo la rivista online Carmilla che da anni è un costante riferimento per la discussione letteraria e d'inchiesta di questo Paese. Mi segnalano la mia firma in un appello per Cesare Battisti. Vedo che è accaduto nel 2004, due anni prima di Gomorra. Finita lì per chissà quali strade del web e alla fine di chissà quali discussioni di quel periodo. Qualcuno mi mostra quel testo, lo leggo, vedo la mia firma e mi dico: non so abbastanza di questa vicenda, non mi appartiene questa causa. È una storia dolorosa, con strascichi infiniti. Chiedo quindi a Carmilla di togliere il mio nome, per rispetto a tutte le vittime». (...)Ho cercato di capire qualcosa di più, contattando lo stesso Saviano. Abbiamo avuto uno scambio di email tra il gennaio e il febbraio di quest'anno. Il 31 gennaio lo scrittore spiega di essersi accorto della firma solo dopo le notizie diffuse dalla stampa: «Era finita lì tra le infinite richieste che come catene di Sant'Antonio arrivano nelle caselle email da amici e conoscenti a perorare le più diverse cause». Se la prende con quei giornali che, dice, lo hanno coinvolto «in una vicenda in cui non c'entro nulla» perché «neanche ero nato quando i PAC venivano fondati e andavano in giro ad ammazzare». (...) Lo scrittore, dunque, non ricorda le circostanze in cui avrebbe firmato. «Era un perfetto sconosciuto, nessuno gli ha fatto caso, nemmeno noi», dice Valerio Evangelisti. (...) Sulle azioni di quel gruppo è molto chiaro.   Scrive infatti nella stessa email: «Il terrorismo di ogni colore mi ripugna. E le mafie che io studio e racconto sono ben altra cosa». Gli chiedo, il giorno dopo, un chiarimento sull'estradizione di Battisti: «Sei favorevole o no?» Mi risponde così: «La vicenda Battisti ha molte contraddizioni processuali e indubbie ambiguità. Va risolta attraverso il diritto»  

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