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Manovra, arrivano sacrifici pesanti

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta

Ecco chi paga il conto della crisi

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Il governo accelera sulla manovra economica. Il via libera resta fissato per oggi dopo che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e il premier Berlusconi avranno incontrato le parti sociali. Così a poche ore dal varo in Consiglio dei ministri, il governo scopre le carte e questa volta non cerca nemmeno di addolcire la pillola. In un primo tempo si pensava che sarebbe stato il premier Berlusconi a fare una sorta di discorso alla nazione nel quale dare una giustificazione della stangata. Non è escluso che non lo faccia, magari dopo il Consiglio dei ministri. Ieri si è fatto sentire il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Difficilmente Letta interviene, ha sempre mantenuto una linea di riservatezza e di silenzio. Se ieri quindi ha parlato è perchè il momento è davvero difficile. Poche parole ma pesanti come pietre. Letta, parlando da L'Aquila ha detto che la manovra conterrà «una serie di sacrifici molto pesanti, molto duri». Si tratta di provvedimenti inevitabili che «siamo costretti a prendere, spero in maniera provvisoria, con una temporaneità anche già definita, per salvare il nostro Paese dal rischio Grecia. Capiamolo così e ci capiamo tutti». Il portavoce del premier Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, spiega a sua volta che «non si metteranno le mani nelle tasche degli italiani e non ci saranno quindi nuove tasse», senza però negare che anche per l'Italia «è arrivato il momento dei sacrifici».   Si parte dall'assunto, spiega Bonaiuti, che «in un periodo di riduzione generale delle spese è giusto che chi guadagna di più dia un segnale equo al Paese». Ma si evitano, come aveva assicurato anche il premier Berlusconi nel fine settimana, interventi di «macelleria sociale». La consultazione con imprese e sindacati è stata continua, anche se l'incontro con le parti sociali, che era previsto per ieri è slittato a oggi a ridosso della riunione del Consiglio dei ministri. Lo è lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dall'America sottolinea come «in tutta Europa occorre ridurre il debito pubblico» e che per farlo «occorrono sacrifici distribuiti con equità tra i cittadini». Il capo dello Stato si è anche appellato a maggioranza e opposizione affinchè la prima prenda decisioni «responsabilmente» e la seconda le «condivida». Sarà il premier Silvio Berlusconi ad illustrare le misure economiche messe a punto per il 2011-2012 stamane a parti sociali ed enti locali, per arrivare al varo della manovra, salvo imprevisti, in un consiglio dei ministri previsto per le 18. Una manovra che, tra oneri da rifinanziare per il 2010 e i 12 miliardi previsti rispettivamente per il 2011 ed il 2012 dovrebbe in realtà arrivare a toccare l'ammontare complessivo dei 27 miliardi e che sembra in linea più con il risanamento senza austerity francese che con la drastica maxi-manovra tedesca. Si accelera, dunque ed il ministro Giulio Tremonti, che ieri ha riunito la consulta economica del Pdl per cercare la condivisione sulla manovra con i tre coordinatori del partito i capigruppo, i vice ed alcuni ministri, vince la sua battaglia del rigore su almeno tre punti della partita: taglio del 10 per cento degli stipendi ai manager pubblici, finestre di accesso alle pensioni, tracciabilità del contante.  

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