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«No al condono, si taglino le agevolazioni fiscali»

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.Le case fantasma non sono solo quelle non accatastate, sono anche quelle che sfuggono al fisco perchè coperte da un'ampia rete di protezione». A parlare è Corrado Sforza Fogliani, presidente della Confedilizia che sottolinea come gli immobili dei fondi «non appartengono a piccoli risparmiatori, ma al grosso capitale». I fondi immobiliari ai quali si riferisce la Confedilizia sono quelli cosiddetti familiari e le società immobiliari quotate (Siiq). Quali sono le agevolazioni fiscali dei fondi immobiliari familiari e delle Siiq? «I fondi immobiliari familiari sono quelli creati da una o più famiglia che invece di affittare gli immobili in modo tradizionale, per evitare di pagare al fisco un'imposta salata, fa confluire il patrimonio in un fondo. Su questo si applica solo una patrimoniale dell'1% e un'aliquota del 20% sul reddito nel momento in cui viene distribuito ai soci. Le Siiq furono create dal governo Prodi a vantaggio di pochissimi grandi capitali e anche su questi si applica un'aliquota del 20%. Allora andrebbe riequilibrata questa situazione». Ma se il governo decidesse di aprire un condono per le case fantasma, quale sarebbe la vostra posizione? «Un condono è sempre un attacco alla moralità. Ma se deve essere fatto per rispondere a necessità di bilancio pubblico allora venga circoscritto ai casi di necessità e non alle speculazioni». Cosa intende per abusivismo di necessità? «Si tratta di quella stanza in più realizzata per necessità familiari di avere un vano in aggiunta. Diversa è la situazione di immobili interamente abusivi, dal cielo a terra. Mi sembra di capire però, stando alle indiscrezioni circolate in questi giorni, che il governo voglia fare questa distinzione». Secondo i dati in vostro possesso c'è stato un aumento dell'abusivismo negli ultimi anni favorito magari dalla prospettiva di condoni periodici? «Non mi risulta che ci sia stato un intensificarsi dell'abusivismo». Le cosiddette case fantasma quante e quali sono? «Secondo gli ultimi dati dell'Agenzia del Territorio sarebbero circa due milioni. Si tratta di immobili perlopiù abusivi ma ci sono anche costruzioni che non sono state inserite nel catasto per inefficienza della pubblica amministrazione. Comunque sia un condono rappresenta sempre un fallimento dello Stato. Un'altra questione aperta è quella della regolarizzazione dei fabbricati che hanno perso i requisiti di ruralità». Di che si tratta? «Sono fabbricati che vanno trasferiti nel catasto urbano. In atto regna nel settore un vero e proprio stato confusionale, con sentenze anche della Cassazione che configgono con interpretazioni diverse e diverse direttive della stessa Agenzia del territorio. Il risultato sarà che, come per il passato non si raggiungerà alcun obiettivo al proposito e che tutti, comunque, potranno in sede di contenzioso tributario invocare l'incertezza della normativa. Per ottenere risultati anche di natura tributaria, occorre un'interpretazione autentica delle vigenti norme ed agevolare le richieste di accatastamento. Con ciò incentivando una regolarizzazione che altrimenti, come dimostra l'esperienza, fatica a realizzarsi. Regolarizzazione che porterebbe nuove entrate sia nell'immediato sia a regime».

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