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Carcere ai cronisti, il Pdl frena

Intercettazioni, un tecnico al lavoro

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 Il Pdl ci ripensa e annuncia un passo indietro su uno dei passaggi più contestati della legge sulle intercettazioni: l'aggravio delle pene per i giornalisti che pubblicano arbitrariamente gli atti di un procedimento penale. L'emendamento della discordia, che in un primo momento sembrava approvato, è stato ritirato dopo un incontro al Senato tra il relatore Centaro, il ministro della Giustizia Alfano e il parlamentare del Pdl e legale del premier, Ghedini. Tutto fermo fino a lunedì, ha spiegato ancora Centaro, quando riprenderà il confronto in commissione a Palazzo Madama. Ma quel che è certo, ha assicurato, che «la galera non se la farà nessuno» perché l'emendamento in questione «scompare». Mentre è stata approvata la norma che prevede una multa fino a 464 mila euro per gli editori. Si è levato un coro di disapprovazione contro le norme approvate al Senato per i rischi che corre la libertà di informazione. Un falso pericolo ha tagliato corto Maurizio Gasparri. «La legge sulle intercettazioni - ha garantito il capogruppo del Pdl - sarà approvata nonostante le gravi inesattezze diffuse da più parti. Nessuno impedirà ai giornali di dare notizia di indagini o di reati. Si tratterà semplicemente di non utilizzare in modo disinvolto la pubblicazione letterale di intercettazioni, quando le persone citate non sono nemmeno in un grado preliminare di giudizio». Dall'altro ramo del Parlamento, Italo Bocchino ha definito «molto utile» il ddl perché «certamente c'è bisogno di colpire gli abusi nell'uso delle intercettazioni. Il provvedimento - ha spiegato il vicecapogruppo del Pdl a Montecitorio - contiene aspetti molto positivi e alcuni aspetti su cui forse è bene discutere ancora». Vietare la pubblicazione integrale delle intercettazioni è «una cosa di massima civiltà». Ma è invece una «forzatura vietare di parlare del tutto di un'inchiesta fino alla chiusura dell'indagine preliminare». Aver ritirato l'emendamento Centaro, ha commentato Anna Finocchiaro (Pd), «è una buona notizia ma moltissime delle misure contenute nel testo sulle intercettazioni continuano a rappresentare una grave limitazione della libertà di stampa e, quindi, della democrazia. Resta la previsione di pesantissime sanzioni per gli editori».  

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