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Scoppia la guerra a casa Scajola

L'ex ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola con la moglie Maria Teresa Verda

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È guerra a casa Scajola. Sì, esatto. Quella che volge al Colosseo, la stessa degli ormai famosissimi 900 mila euro (rimane invece tuttora ignoto il benefattore che ha pagato al posto dell'ex ministro). Motivo del contendere, l'intervista rilasciata ieri a «La Repubblica» da Maria Teresa Verda, moglie dell'onorevole. Claudio Scajola non l'ha gradita. Di più. Ha prontamente fatto partire una nota in cui dichiara di «non condividerne il contenuto». Naturale la curiosità: cosa avrà detto l'incauta sposa? «La posizione di mio marito è quella di un granello. Un granello, rispetto ad una tempesta di sabbia». Queste le sue prime parole, pronunciate sul sagrato della chiesa di Sant'Anna di Diano Serreta, (Imperia), subito dopo la fine della cerimonia domenicale.   In più, forse mossa dal desiderio di verità che prova chi ha appena preso la comunione, aveva aggiunto: «Se non parla ancora, è per non creare problemi a persone molto più coinvolte di lui in questa vicenda». È qui che è arrivata la violenta smentita di Claudio Scajola: «Non è assolutamente conforme al vero la circostanza che io abbia deciso di non presentarmi dinanzi ai pm per non creare problemi ai veri colpevoli», ha tuonato l'ex ministro. In effetti differenti erano state le motivazioni della mancata presentazione a Perugia fornite dall'avvocato dell'onorevole, Giorgio Perroni, secondo cui, dopo gli ultimi risvolti dell'inchiesta, sarebbe venuto meno «il rispetto delle garanzie difensive previste».   L'intervista alla signora Scajola prosegue. Maria Teresa Verda non crede sia una coincidenza il fatto che tutte le volte che il marito arriva in alto, puntualmente succeda qualcosa. «Sembra quasi che qualcuno gli voglia male. Qualcuno lo invidia», ha dichiarato. Non lasciandosi intimorire neanche dall'allontanamento di Berlusconi, «lo capisco, è giusto prendere le distanze in questo momento della vicenda», con un avvertimento sembrava quasi volerlo incoraggiare il suo Claudio: «Attenzione, perché mio marito è uno capace, uno tosto. Che non molla mai. Lo vedrete anche questa volta». Allora, va bene l'accelerazione incauta e inaspettata sulle motivazioni dell'assenza al processo, ma perché smentire con tale forza e prontezza tutta l'intervista? Netta - forse troppo - anche la precisazione che chiude la nota: «Le uniche persone titolate a rilasciare dichiarazioni in merito alla nota vicenda siamo io e il mio legale, avvocato Giorgio Perroni». E un appello: «Prego la stampa di non cercare di ottenere dichiarazioni dai miei familiari, i quali stanno vivendo un momento di comprensibile difficoltà di cui si deve avere rispetto». È finito, insomma, il tempo delle foto tra baci e abbracci davanti alla finestra con vista Colosseo. Che stanno combinando i coniugi Scajola? Possibile che in un periodo così difficile non si confrontino su un tema delicato come un processo cui si decide di non andare? E poi, perché rispondere proprio alle domande di «Repubblica», che non si è certo mostrata garantista nei confronti dell'ex ministro per lo Sviluppo economico? Senza dire nulla al marito, poi. Che ci sia aria di rotta? Oppure erano d'accordo? O forse neanche la signora Scajola sapeva del regalo da 900 mila euro ricevuto. Forse non ha gradito. Di certo non è facile stare accanto a un esponente della politica di casa nostra quando arrivano certe tempeste, ancor più quando il fenomeno sembra avere corsi e ricorsi. Forse, invece, pur nella difficoltà, Maria Teresa Verda ha capito che a volte è il momento di giocare in prima persona. Provare l'inattesa fuga in avanti - poi saggiamente smentita da chi di dovere - per lanciare un messaggio. Non sia mai qualcuno lo ascolti, dimenticando per un attimo quel che è arrivato dopo. Comunque sia andata, non c'è niente da fare.   Il «libro mastro» di Anemone ha fatto sì che i giornali piazzassero bandierine sulle strade di tutta Roma, sembrava quasi di assistere ad un'enorme giocata a Monopoli, vinta da un imprenditore che, almeno apparentemente, non era nemmeno obbligato a presentarsi al via. Nonostante tutto questo, la casa più chiacchierata del momento rimane casa Scajola.

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