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Parlamentari avari: rinunciamo solo a tre stipendi

Pensioni da 3 a 10mila euro per ex deputati, senatori e consiglieri regionali

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«Per affrontare la crisi economica, ma anche per dare un segnale chiaro di partecipazione e rispetto, la classe politica deve dare l'esempio. Non atti simbolici e inconsistenti come propone qualcuno. Bisogna rinunciare a tre stipendi. E con i politici vanno coinvolti alti dirigenti pubblici pagati ben più dei politici. Ma vanno anche snelliti gli alti apparati. Meno spese nei Palazzi, dal Quirinale al Parlamento. Questo è quello che serve». Non usa mezzi termini il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Lo segue sullo stesso terreno, ma con una proposta diversa, il ministro Ignazio La Russa. «Ho già una proposta precisa: devolvere ogni anno uno stipendio intero di tutti coloro che hanno responsabilità politiche o manageriali connesse alla politica. Il valore corrispondente dello stipendio sarà rimesso alla Finanziaria, magari scaglionato o rateizzato negli undici mesi». Per il ministro in ogni caso bisogna stare attenti a non fare demagogia: «La proposta di ridurre gli stipendi sarà opportuna quando e se faremo una manovra finanziaria che produca sacrifici per gli italiani, quindi non è qualcosa che ha a che fare con la casta se no sarei contrario». Interventi dunque che sarebbero connessi all'approvazione di un'eventuale manovra: «Se la crisi impone di fare i tagli - ha concluso il ministro - è giusto che si dia l'esempio». Netto anche il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro: «Ha ragione Cicchitto: il taglio ai costi della politica deve essere complessivo: dalle Assemblee elettive nazionali di Camera e Senato alle Regioni, passando per Province e Comuni. Una cosa ormai è chiara - prosegue Giro - Il taglio degli stipendi dei parlamentari e dei consiglieri regionali, che arrivano a guadagnare al mese anche 16 mila euro, non è più una proposta o una graziosa concessione per dare l'esempio (e di cosa?), ma un fatto scontato e dovuto dopo il duro piano di rientro dal debito pubblico che l'Unione europea ha imposto a tutti gli Stati membri. Se dobbiamo contenere gli stipendi nel pubblico impiego - conclude l'esponente del Pdl - sarebbe assurdo e addirittura odioso non prevedere un taglio significativo anche per i compensi dei parlamentari».

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