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Le trame della cricca svelate in 7 risposte

Claudio Scajola

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Grandi Opere, «cricca» e malaffare. Tre parole che in questi giorni stanno facendo trenare i palazzi del potere. Ma chi c'è dietro a tutto questo? Il capo indiscusso della «cricca» sarebbe Diego Anemone, l'imprenditore romano, titolare della società Anemone, che si è aggiudicata una parte dei lavori per il G8 della Maddalena. Con lui altri tre uomini. Angelo Balducci, l'ex presidente del Consiglio Superiore per i lavori pubblici che è stato «soggetto attuatore» per le opere alla Maddalena fino al giugno 2008. Dopo tale incarico, è stato nominato Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi per i Mondiali di Nuoto Roma 2009. Il suo successore nella realizzazione delle opere alla Maddalena, nominato con un'ordinanza della Protezione civile è Fabio De Santis. L'ultimo uomo della «cricca» è Mauro Della Giovampaola. È il coordinatore dell'unità tecnica di missione per la realizzazione delle infrastrutture per le opere per i 150 anni dell'Unità d'Italia. L'ingegnere poi è stato anche componente tecnico nella struttura di missione guidata da Angelo Balducci per il G8. Da dove nasce il legame tra l'imprenditore Anemone e Angelo Balducci? La loro collaborazione si è consolidata sulla base di importanti appalti (si parla per esempio che solo nel Lazio le commesse ammontavano a oltre 100 milioni di euro nel periodo 2002-2009) affidati da Balducci ad Anemone. Una lunga serie di lavori che documentano in che misura il costruttore fosse diventato, grazie alla decisiva sponda di Balducci, la «naturale» calamita delle commesse di Stato protette dal vincolo della «riservatezza», aggiudicate con procedure d'urgenza e gare a invito. E, dunque, quale sia stato nel tempo, ancora prima che il costruttore conquistasse un ruolo importante nei grandi appalti della Protezione civile di Guido Bertolaso, il suo portafoglio clienti: Senato della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri, ministeri dell'Interno, della Giustizia, della Difesa e delle Finanze. Cosa c'entra in tutta questa faccenda il Capo della Protezione civile? Bertolaso si è trovato a dover collaborare con gli uomini della «cricca» essendo a capo del Dipartimento della Protezione civile che ha il potere, tramite le sue ordinanze, di ricostruire in tempi molto rapidi tutto quello che è andato distrutto dopo una catastrofe naturale o perlomeno tutto quello che serve a superare la fase d'emergenza. Un concetto d'emergenza che ha sempre più indotto i governi a chiedere aiuto alla Protezione civile anche per la realizzazione delle grandi opere e così è stato per i Mondiali di Nuoto, i 150 anni dell'Unità d'Italia, il G8 della Maddalena poi spostato a L'Aquila e il terremoto. Attirando la «cricca» a mettere gli occhi su quegli appalti. Perché tante procure indagano sugli appalti per i grandi eventi? I presunti illeciti sono stati commessi sia a Firenze, per quanto riguarda ad esempio i lavori per la Scuola Marescialli e gli Uffizi, sia a Roma, per l'ampliamento di alcuni circoli sportivi in previsione dei Mondali di Nuoto Roma 2009. A scendere in campo è stata anche la magistratura di Perugia, poiché, secondo gli inquirenti, è coinvolto anche un ex magistrato romano, Achille Toro, che avrebbe avuto contatti con la «cricca» nel corso delle indagini e addirittura avrebbe messo a conoscenza gli indagati delle indagini in corso (i pm di Perugia sono compententi a indagare sui reati commessi dai colleghi romani). Come mai sono coinvolti anche alcuni magistrati in altre città italiane? La «cricca», in base alle numerose intercettazioni e ai pedinamenti compiuti dai carabinieri e dalla Finanza, sarebbero riusciti a ottenere favori da alcuni alti magistrati, sia della Corte dei conti, sia del Tribunale amministrativo del Lazio e della Lombardia. I magistrati del Tar sarebbero rimasti coinvolti poiché avrebbero fatto vincere ricorsi alla «cricca», permettendogli così di svolgere i lavori per la costruzione di un'autostrada nel Nord Italia. Si parlò anche del terremoto de L'Aquila all'inizio della maxi inchiesta. Per quale motivo? Nelle carte della procura di Firenze emerge la figura dell'imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli (direttore dell'impresa «Opere pubbliche e ambiente spa», inserita nel Consorzio Stabile Novus con sede a Napoli). L'indagato, secondo i pm, cercava appalti dopo il terremoto che ha devastato l'Abruzzo. Viene intercettato, poche ore dopo il sisma, mentre parla con il cognato Pierfrancesco Gagliardi e durante la conversazione si sarebbe messo a ridere. Anche se ha sempre negato quest'episodio. Cosa c'entrano le case nel cuore di Roma nelle indagini? Dall'esame della voluminosa inchiesta, sarebbe venuto alla luce che la «cricca» avrebbe pagato parte delle abitazioni acquistate da politici e imprenditori in alcuni dei luoghi più belli e prestigiosi della Capitale. Tra questi, anche l'ex ministro Scajaola, che comunque respinge le accuse. I magistrati sono coinvinti che così gli indagati potevano chiedere e ottenere in cambio favori, cioè appalti milionari. La «cricca» usava sempre assegni per pagare la «loro» parte di appartamento. Fino ad oggi i proprietari di casa hanno sempre affermato che non ne erano a conoscenza e che all'epoca credevano di aver fatto un buon affare.

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