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Laziogate: condannato Storace

Francesco Storace

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L'ex governatore della Regione Lazio, Francesco Storace, è stato condannato ad 1 anno e sei mesi di reclusione, assieme ad altre sette persone, nell'ambito del processo nel cosiddetto Laziogate. La sentenza è stata letta questa mattina dal giudice monocratico Maria Buonaventura, della quarta sezione del Tribunale di Roma. LE CONDANNE - Oltre Storace sono stati condannati a 2 anni di reclusione il suo ex portavoce Nicolò Accame, ad un anno di reclusione per Mirko Maceri, l'ex direttore tecnico della società Laziomatica, Nicola Santoro e Romolo Reboa e Pierpaolo Pasqua. Ad otto mesi di reclusione sono stati, inoltre, condannati l'ex vicepresidente del consiglio comunale, Vincenzo Piso, (per il quale il pm aveva chiesto l'assoluzione) e Tiziana Perreca. Assolto invece Daniele Caliciotti per il quale il pubblico ministero aveva chiesto una condanna ad uno anno di reclusione. Per tutti la pena è sospesa e il presidente ha concesso le attenuanti generiche. Maceri, Reboa, Storace, Accame e Santori sono stati condannati a risarcire la Lait in sede civile. Inoltre Accame e Pasqua dovranno liquidare in separata sede anche Alternativa sociale. REGIONALI 2005 - Oggetto del processo, durato tre anni, sono le presunte interferenze al corretto svolgimento delle elezioni regionali del 2005. Per questa vicenda, nel marzo del 2007, patteggiarono la pena davanti al gup del Tribunale di Roma, il collaboratore dell'ex presidente della Regione, Dario Pettinelli (tre mesi di reclusione poi convertita in sanzione pecuniaria) e l' investigatore privato Gaspare Gallo (dieci mesi di reclusione). Fabio Sabbatani Schiuma, predecessore di Piso alla vicepresidenza del consiglio comunale, fu invece prosciolto dalle accuse in sede di udienza preliminare. STORACE - «Complimenti, questa è la giustizia italiana». Queste le parole di Francesco Storace subito dopo la lettura della sentenza nel processo sul Laziogate. Dal canto suo il legale del leader La Destra, Giosuè Naso, ha aggiunto che quella di oggi «è una sentenza politica come purtroppo temevamo. Si tratta di una decisione sconcertante in un processo politico durato 43 udienza in tre anni di dibattimento. Ora leggeremo le motivazioni della sentenza e proporremo appello».

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