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L'ex governatore: non ho paura Pronto ad andare in carcere

Francesco Storace (Foto Gmt)

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«Ho deciso di non avvalermi di alcun beneficio o dell'indulto che ho sempre contestato. Se alla fine del giudizio questa sentenza sarà confermata me ne vado tranquillamente in carcere, perché gli italiani devono sapere com'è la giustizia». Francesco Storace appare tranquillo nonostante abbia appena appreso di essere stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione nell'ambito dell'inchiesta denominata «Laziogate». Tranquillo ma con una grande delusione dentro. Delusione nei confronti della giustizia italiana («Non voglio regali da questa giustizia. Credo, nel massimo rispetto, di avere diritto di lamentare un'ingiustizia. Dove, come e quando avrei commesso un reato? Perché non è stato risentito il pentito e la signora che lo istruiva, quella che stava alla Lait?») e di conseguenza, delusione nei confronti di una sentenza che, ai suoi occhi, appare dettata da motivazioni politiche: «Probabilmente ha ragione quel mio amico che dice che non si poteva assolvere chi è stato costretto a dimettersi da ministro. Se fossi stato assolto, qualcuno sarebbe stato chiamato a pagare il conto delle mie dimissioni da ministro».   E così, dopo essersi sfogato eccolo commentare l'esito della condanna: «Sono stato accusato di aver istigato, ordinato e promosso un'incursione anagrafica che dimostrò che le firme di Alternativa Sociale, la lista che nel 2005 ci fece perdere le elezioni, erano false. Sono stato condannato dopo 43 udienze, neanche fosse un processo di mafia. Sono stato sempre in Aula, anche quando ero parlamentare, e non ho mai visto prove sul quando, dove e come avrei prodotto questa istigazione. Non c'è nemmeno un'intercettazione a mio carico. Sono stato condannato per aver denunciato un reato alla magistratura».   Infine un pensiero alla famiglia, «non meritano questo» e poi, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano quali ripercussioni potrebbe avere la sentenza sugli organi amministrativi locali, Storace ha risposto: «Dimissioni? Ci sto ragionando anche se molti mi dicono di non mollare. La Destra grazie a Dio è più importante di Storace. Siamo entrati in Consiglio regionale con una gran messe di voti. Il popolo ha espresso il suo giudizio sulla mia persona».  

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