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Appalti, indagato anche Verdini

Denis Verdini

Restano in carcere i 4 arrestati

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La tegola dell'inchiesta sui Grandi eventi ha colpito anche Denis Verdini. Il coordinatore nazionale del Popolo della libertà è indagato dalla procura di Firenze. Ieri pomeriggio si è presentato davanti ai magistrati di Firenze coi quali ha parlato per meno di due ore. Al centro del colloquio l'inchiesta sugli appalti per grandi opere e i rapporti tra imprese e politica saltati fuori nelle intercettazioni dei carabinieri del Ros di Firenze tra l'onorevole e l'imprenditore toscano Riccardo Fusi, della Bpt, tra gli indagati. Alle 20,10 Verdini e il suo avvocato Marco Rocchi hanno lasciato il palazzo di giustizia. È lo stesso Verdini a spiegare il faccia a faccia dei magistrati. «Dopo aver letto che il mio nome compariva per fatti marginali nell'inchiesta in merito agli appalti per le opere emergenziali affidate alla gestione della Protezione civile - spiega - e dopo aver saputo dai giornali che il mio telefono era stato intercettato indirettamente, per una serie di colloqui con gli indagati, uno dei quali, Riccardo Fusi, è un mio carissimo amico da molti anni, ho chiesto al mio avvocato di verificare i fatti presso la magistratura. In questo modo ho appreso di essere stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di corruzione. La vicenda che mi veniva contestata - aggiunge il coordinatore del Pdl - riguardava solo ed esclusivamente la segnalazione per la nomina di Fabio De Santis a provveditore delle opere pubbliche per Toscana, Umbria e Marche. Ho quindi chiesto e ottenuto la disponibilità del Procuratore della Repubblica di Firenze ad essere ascoltato quanto prima, cosa che è avvenuta questo pomeriggio di fronte ai pubblici ministeri Giuseppina Mione e Giulio Monferini, titolari dell'inchiesta, ai quali ho fornito serenamente e con la massima trasparenza le informazioni richieste, illustrando le motivazioni del mio intervento come unicamente riconducibili al tentativo di risolvere il problema del danno erariale conseguente all'appalto per la realizzazione della scuola Marescialli e carabinieri a Firenze. Ho quindi dimostrato - conclude Verdini - la mia più totale estraneità all'accusa». Nelle carte del Ros, Verdini non è l'unico politico a comparire. Oltre alle telefonate tra Fusi e il parlamentare, in un'informativa dei carabinieri del 15 ottobre finiscono una chiamata al ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e legami di Fabio De Santis e Angelo Balducci, entrambi arrestati, con l'imprenditore Guido Ballari, a sua volta in rapporti con il senatore Guido Viceconte e l'onorevole Mario Pepe. In una nota del 21 gennio 2009 gli investigatori riferiscono che Verdini si sarebbe vantato di aver contribuito a far nominare provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis. Ma il calendario delle annotazioni investigative è fitto e parte dall'anno prima. 3 marzo 2008: Fusi e Verdini parlano del «coinvolgimento in una comune operazione dell'imprenditore parmense Pizzarotti». Il 28 discutono di un'operazione bancaria condotta sul Credito cooperativo fiorentino, di cui Verdini è presidente. Il 24 aprile dello stesso anno, parlando della composizione del nuovo governo Berlusconi, a Fusi che chiedeva se poteva stare tranquillo Verdini risponde di sì. Ancora estate 2008: Fusi sollecita a Verdini un incontro con Matteoli per discutere della Scuola marescialli di Firenze. Un capitolo dell'informativa del Ros è dedicato anche ai rapporti di De Santis e Balducci con Ballari, a sua volta in rapporti con il senatore Guido Viceconte e con l'onorevole Mario Pepe.

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