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Ecco la Giunta del Lazio Più posti a Fi, fuori l'Udc

Renata Polverini

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Saltano gli accordi alla Regione Lazio e la nuova giunta, varata ieri sera dalla presidente Polverini, indica un nuovo equilibrio dentro e fuori il Pdl tutto da verificare. Il «colpo di scena» è arrivato in serata, quando le agenzie stampa battono i nomi dei tredici assessori chiamati a governare la Regione. Confermate le indiscrezioni degli ultimi giorni sul «tetto» posto alla corrente di Augello, mentre arriva lo strappo finale con l'Udc che resta al momento fuori dalla giunta. Nonostante le trattative messe in campo per cercare di ricucire con il partito di Casini, al quale secondo gli accordi elettorali sarebbero andati la vice presidenza della Regione e tre assessorati, di fatto l'Udc darà, forse, l'appoggio esterno al governo di centrodestra del Lazio. Laconico il commento del segretario nazionale dell'Udc, Lorenzo Cesa, alla lettura dei nomi dei neo assessori laziali: «Auguri e buon lavoro». Un lavoro che si preannuncia tutto in salita almeno in aula, dove i sei eletti dell'Udc potrebbero dare battaglia, insieme a qualche esponente del Pdl vicino, o che potrebbe avvicinarsi, a Gianfranco Fini. Ma se l'atteggiamento dei centristi sarà tutto da valutare dentro e fuori la Pisana, le correnti romane del Pdl non sono da meno e, ancora prima della pseudo ufficializzazione della giunta, sparavano «fuoco amico» sulla Polverini e sulle dirgenze locali del partito, preludio di una crisi a Roma sempre più vicina. Così, il senatore Stefano De Lillo: «Preoccupa la totale assenza di dibattito intorno alla formazione della Giunta Polverini e preoccupano, in particolare, le voci su una vera e propria epurazione dei moderati di Forza Italia di Roma e Provincia che, dopo aver subito l'errore della presentazione delle liste, ora non vedrebbero riconosciuto alcuno spazio nella giunta - dice De Lillo - vorremmo sapere come mai l'indicazione del presidente Berlusconi di inserirli nella giunta Polverini non sarebbero state seguite e al contrario la dirigenza romana e regionale, assente in campagna elettorale, ora nominerebbe la compagine dell'esecutivo regionale con logiche correntizie. Se questa logica dovesse prevalere, determinerebbe concrete iniziative di protesta di cui il Pdl». Dello stesso avviso anche il vice capogruppo Pdl in Campidoglio, Luca Gramazio: «Purtroppo la formazione della giunta Polverini è in controtendenza con le indicazioni del presidente Berlusconi in campagna elettorale. Questo perché le indicazioni fornite dai vertici locali del Pdl fanno pensare più ad una scelta tesa a difendere rendite di posizione di taluni potentati che una scelta basata sul lavoro, sull'esperienza e sull'affidabilità». Oggi è prevista la riunione del coordinamento romano del Pdl. Ed è qui che si andrà alla resa dei conti dagli esiti imprevedibili anche per il Campidoglio. Le prime avvisaglie ieri sera quando Gianfranco Fini avrebbe chiamato, tra gli altri, anche il sindaco Alemanno per mostrare il disappunto sulla mancata nomina in giunta di Pierfrancesco Dauri, anestesista del Sant'Eugenio vicino a Fini e già «silurato» nel listino Polverini. Ma questo è solo l'inizio.  

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