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In Lombardia fuoco di sbarramento Resa dei conti in Veneto e Piemonte

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Eneppure in Consiglio. Non è una novità, era già accaduto cinque anni fa. All'indomani dell'infuocata direzione nazionale del Pdl si replica. Formigoni ha presentato la sua squadra di 18 elementi: due sono ex An (erano 3 nel 2005) ora in forza al Pdl e vicini a La Russa (uno, Romano, è fratello del ministro). La Lega raddoppia con 5 assessori e un sottosegretario. Tutto il resto è del Pdl. Zaia in Veneto e Cota in Piemonte hanno già fatto la giunta nei giorni scorsi. La compagine di Cota include 4 leghisti e 8 azzurri, tre dei quali hanno militato nelle file di An. Lo scontro Berlusconi-Fini, assicura il governatore, «non avrà alcun riflesso». Con un cambio in corsa, invece, ha già dovuto fare i conti Zaia: le deleghe sull'Agricoltura, ufficiosamente appaltate in un primo tempo a Massimo Giorgetti sono poi andate al leghista Franco Manzato. Giorgetti, oggi nel Pdl, proviene da Alleanza nazionale. Alberto Giorgetti, suo fratello, anche lui ex An, attuale coordinatore del Pdl veneto e da sempre vicino a Fini, chiede di «ricucire lo strappo» in casa Pdl, rilancia l'idea di una «sincera alleanza con la Lega» condita però da una «competizione sulle proposte» per i cittadini e assicura che per la giunta veneta non c'è nulla da temere. Al Sud, in Calabria, la giunta è operativa da una settimana: Scopelliti, in passato segretario del Fronte della gioventù, l'ha messa su in 48 ore. Nell'esecutivo sono entrati gli assessori del Pdl ampiamente annunciati alla vigilia, eccetto Franco Morelli, ex An, fedelissimo di Gianni Alemanno. In Campania, nella giunta a cui sta lavorando il neo governatore Stefano Caldoro, non sarebbe previsto nessun assessore riconducibile al presidente della Camera.

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