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E i centristi usano lo scontro per elogiarsi

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Scissioneo riappacificazione. Mentre il dilemma teneva con il fiato in sospeso il Popolo della Libertà i centristi non hanno perso l'occasione per approfittare dell'evento. A prendere la parola per l'Udc è il segretario Lorenzo Cesa: «Molte cose dette oggi da Fini sulla Lega, sull'unità del Paese, sui costi del federalismo, sull'abolizione delle Province, sul quoziente familiare, noi le affermiamo da anni. Proprio per essere liberi di dirle non siamo entrati nel "partito del predellino". Oggi possiamo dire "grazie" ai nostri elettori: siamo sulla strada giusta». Così, mentre il leader del partito Pier Ferdinando Casini, in viaggio verso Torino per assistere all'ostensione della Sacra Sindone, non commenta e lascia ai suoi l'arduo compito di esaltare il coraggio di Fini, un altro partito centrista commenta la difficile giornata del centrodestra. Si tratta dell'Api di Francesco Rutelli che con l'amico Bruno Tabacci non nasconde di sperare in una svolta: «Guardiamo con attenzione al percorso di Gianfranco Fini. La questione di fondo che si agita al centro del Pdl riflette la caratteristica del nostro sistema politico. La questione è se un partito cesaristico come il Pdl è in grado di inglobare il dissenso. E questa visione cesaristica di Berlusconi manda in tilt anche una storia come quella di Fini». E proprio a Fini «l'Api guarda con particolare attenzione, perché una sua iniziativa avrà ripercussioni anche sul centro e sulla sinistra». In questa prospettiva Pino Pisicchio ha infatti annunciato che presenterà al presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, Donato Bruno, una proposta di legge che regoli giuridicamente la forma-partito.

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