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Il fruttarolo delle riforme: "Semipresidenzialismo che?"

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Mercato rionale a Roma

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Pdl Italia? «Oddio, il figlio di Vittorio Emanuele ha fondato un nuovo partito?». «Semi presidenzialismo alla francese? Reato che hanno in Francia che equivale alla semi infermità mentale». Presidenzialismo? «La nostra forma di Stato, siamo una Repubblica presidenziale, o no?». E il doppio turno? «Bò, vorrà di' che si va a votare due volte anche se in Italia so molte più de due...pare che mò se Fini non la smette de protestà riannamo tutti a votà...». Il dibattito politico si sposta nei mercati romani, tra la gente, che mentre ordina un chilo di mele o di arance e si lamenta che il prezzo della frutta continua a salire, non rinuncia ad uno scambio di battute sulle vicende politiche, magari commentando le notizie del Tg o i titoli dei giornali. Il più delle volte, in realtà, senza capire davvero di cosa si sta parlando, ma con una convinzione ben chiara di «quanto la politica sia lontana dai problemi comuni della gente». «Parlano di riforme, litigano tra di loro, ma a noi chi ci pensa? – lamenta una signora al mercato di Testaccio – e poi sto presidenzialismo alla francese, ma che è de preciso?». «Deve esse n'a forma di Stato dove tutti i poteri ce l'ha Silvio», le risponde il titolare di un banco di frutta e verdura. «Ma no», interviene un signore di mezza età dall'inconfondibile accento romano mentre fa la spesa, «vor dì che metà poteri ce l'ha il capo dello Stato e l'altra metà Berlusconi. In pratica Silvio vò arrivà ad avè gli stessi poteri der presidente della Repubblica». Quando chiedi alla signora che riempie il carrello della spesa appena fuori dal mercato se sa cos'è il doppio turno e perché in questo momento tanto se ne parla la risposta è «perché Fini e Berlusconi hanno ricominciato a litigare e sembra che si rivada a votare una seconda volta dopo le elezioni regionali», poi fa una pausa e aggiunge «almeno così ho capito dalla televisione...». Altra risposta alla stessa domanda, questa volta da parte di un giovane «mi pare sia legato alle elezioni comunali, ma non ho capito perché se ne parla adesso, sinceramente non sto seguendo molto la politica in questi giorni». Passeggiando tra un banco e un altro, se ne sentono di tutti i colori. «Io sto Bossi non l'ho mica capito. Che c'entra il presidenzialismo? Ce manca solo de accentrà tutti i poteri su un uomo solo, non ce n'hanno già abbastanza?». Signora, lei ha capito perché Fini e Berlusconi stanno ai ferri corti? Chiediamo ad una anziana che ha in mano un quotidiano, «Senta, io ho capito solo che ogni pretesto è buono per litigare. Secondo me Fini vuole diventare il prossimo presidente del Consiglio e gli va stretto che la Lega ha preso tanti voti a queste elezioni». Ancora Fini, nel mirino della gente: «Ma perché parla soltanto adesso? - si domanda Walter, 45 anni – non credo che faccia sul serio, sono sicuro che non arriverà a far cadere il Governo». «Io di questa lite non c'ho capito niente – gli fa eco la signora Antonietta – ma Fini e Berlusconi non stanno nello stesso partito?». E della possibilità di formare gruppi parlamentari autonomi da parte dei finiani, la gente che ne pensa? «Altri partiti? Sia mai, bastano quelli che c'abbiamo». Del Pdl Italia poi, così come dovrebbe chiamarsi questo gruppo autonomo, nessuno ne sa niente. Giù le risposte più strane: «Che d'è? N'a Forza Italia ribattezzata?»; «Il nuovo nome del Pdl che vuole Berlusconi?», e la più simpatica, «Oddio, il figlio di Vittorio Emanuele ha fondato un nuovo partito? Ce mancherebbe solo questo».

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