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Risate sinistre

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La vignettà dell'Unità che ironizza sulla tragedia polacca e si augura lo stesso per Berlusconi

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L'areo del presidente polacco Kaczynsky precipita. Muoiono 132 persone. Viene decapitata l'intera classe dirigente della Polonia: membri del governo, alte cariche militari. Rideteci su. Non ne avete voglia? È normale. Di solito e le tragedie non fanno ridere, men che meno sorridere. Ma all'Unità la pensano diversamente. La vignetta di Sergio Staino pubblicata ieri a pagina 3 ne è la testimonianza. Bobo parla con sua figlia: «Novantasei membri del governo polacco spariti in un colpo!» Risposta: «La solita storia. A chi troppo a chi niente». L'esegesi della satira è compito difficile. Ma impossibile non pensare che dietro a quel commento si nasconda un «affettuoso augurio di morte» per il premier Silvio Berlusconi. Nel suo editoriale Concita De Gregorio la spiega così: «"A chi troppo a chi niente" commenta seria Ilaria di Sergio Staino. Un sorriso anche nella tragedia: si può. Anzi si deve: trovare ovunque un sorriso, un respiro». Sarebbe bello sapere cosa ne pensano il popolo polacco e i familiari delle 132 vittime. La politica italiana non ha dubbi. «La vignetta - attacca il capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri -, se così si può definire, rappresenta una vergognosa offesa alle vittime della tragedia aerea che ha decimato il vertice della Polonia. Pur di augurare la morte a Berlusconi e al governo italiano, il giornale della De Gregorio ha toccato punte di aberrazione indefinibili». Gli fa eco Daniele Capezzone: «Non solo si ride sui 96 morti polacchi, ma ci si duole perché non è successo altrettando qui da noi. C'è solo da augurarsi che Staino e la direttrice de l'Unità Concita De Gregorio vogliano scusarsi» E se Fabrizio Cicchitto parla di «vignetta ignobile», il deputato Udc Roberto Rao rilancia: «Di solito le vignette di Staino sono dirette, pungenti, spesso autocritiche e per nulla compiacenti verso la sinistra. Quella di oggi (ieri ndr) è invece priva di senso dell'umorismo e "scivola" su una pessima allusione che non ha niente a che vedere con la satira e con lo stile del vignettista». Anche il Pd, con Fabrizio Morri, sottolinea come a volte la satira possa «scadere nel cattivo gusto», ma invita a non farsi prendere la mano: «Una vignetta sbagliata è una vignetta sbagliata non un atto terroristico». Non parla Concita De Gregorio mentre il diretto interessato si difende e contrattacca: «Le parole di sdegno sulla mia vignetta mi sembrano dichiarazioni di persone abituate a cogliere queste occasioni per ribadire che la sinistra è "cinica". Basterebbe rileggerla con attenzione per capire che il dolore rimane, scappa solo un leggero sorriso che è poi quello della satira. Non sono alle prime armi della satira, non volevo offendere, ho chiesto anche a mia moglie se poteva offendere...». Sarà la solita polemica montata ad arte da quattro bacchettoni senza senso dello humor. In fondo a sinistra hanno sempre riso sulle tragedie. Lo fece Alfonso Pecoraro Scanio, immortalato in una famosa foto mentre se la rideva di gusto ai funerali dei caduti di Nassiriya. Mentre è ancora fresca la polemica che investì Vauro durante una puntata di Annozero dedicata al terremoto dell'Aquila (era il 9 aprile, a tre giorni dalla tragedia). Il vignettista provò a strappare un sorriso disegnando con una tavola dal titolo «Aumento delle cubature». Il personaggio, davanti ad una schiera di bare, commentava: «Dei cimiteri...» La polemica portò alla sospensione di Vauro. Ma solo per una puntata. In fondo era solo una vignetta sbagliata, satira che scadeva nel «cattivo gusto». Peccato che, ad una anno distanza da quella tragedia, a l'Aquila nessuno ha molta voglia di ridere.

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