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Berlusconi apre la porta a Pd e Udc

Pierferdinando Casini e Silvio Berlusconi

Maroni: "Lega motore delle riforme"

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Pronto a lavorare per le riforme insieme con l'opposizione. È un Silvio Berlusconi che apre al Pd e lancia un segnale all'Udc per rientrare nel centrodestra. Prima di tutto la conferma: al ministero dell'Agricoltura andrà Giancarlo Galan. Tutti d'accordo: la Lega, il Pdl, il presidente del Consiglio. Poi, l'analisi del voto, con tutti i dati alla mano, e il capitolo delle Riforme. Berlusconi riunisce l'ufficio di Presidenza del Pdl: presente tutto lo stato maggiore di via dell'Umiltà, più tutti i neo governatori. Al primo piano di Palazzo Grazioli il clima è festoso, applausi, abbracci, strette di mano. Il risultato elettorale fa da sfondo a tutta la riunione. Berlusconi è carico ed esordisce dicendo: «È l'ufficio di presidenza del Pdl ad aver vinto le elezioni». Altro applauso. Rientrato nella Capitale poco prima che cominciasse il vertice Pdl, Berlusconi davanti ai suoi ha voluto puntare innanzitutto sull'analisi del voto. Certo ci sono i ballottaggi di questo fine settimana, ma il quadro è praticamente completo. Il Pdl, oggi, amministra 42 milioni di italiani contro i 18 del centrosinistra. Undici Regioni sono governate dal centrosinistra, 9 dal centrodestra. E ancora: rispetto al 2005 l'area di centrodestra ha guadagnato 301 mila voti nelle 13 regioni al voto. Dati chiari, che portano il presidente del Consiglio ad affermare davanti a tutti: «Non siamo stati mai così forti». C'è anche il capitolo Udc, sul quale il sottosegretario Giovanardi lancia addirittura una proposta, vale a dire quella di verificare l'utilità reale di un accordo con loro, di fare, cioè, una ricerca in base ai risultati elettorali e capire come procedere con il partito di via dei due Macelli. Il premier ha accolto la proposta del sottosegretario, anzi «la faccio mia. Facciamo uno studio e vediamo». Anche se, come spiega più tardi parlando con i giornalisti, «siamo aperti alla prospettiva di un loro ritorno». Dopo aver fatto fare un applauso per ciascun nuovo governatore (c'è anche una emozionata Polverini, e Galan pluriapplaudito) e uno per il ministro Carfagna (la più votata d'Italia), e dopo aver ringraziato il Capo dello Stato per aver firmato il provvedimento sul legittimo impedimento, Berlusconi passa al capitolo riforme. Anche su questo sprona il partito ad andare avanti: «Farle è un dovere verso gli elettori». Si dice pronto a incontrare i vari leader dell'opposizione per parlare proprie di Riforme. La prossima settimana vedrà pure Fini, per il famoso faccia a faccia chiarificatore tra i due cofondatori del Pdl. Chiarisce che la bozza presentata da Calderoli ieri a Napolitano, è solo «una prima bozza» del progetto di riforme istituzionali al quale il Pdl e la Lega stanno lavorando. Il dibattito dovrà proseguire tra le forze politiche, e la bozza è stata però portata all'attenzione del Presidente della Repubblica «per coinvolgerlo in questa discussione visto che più volte ci ha invitato a riforme condivise». Infine, torna a ribadire come il semipresidenzialismo alla francese «sia il modello più opportuno» per cambiare la forma di governo. Anche qui, nulla di stabilito. «Siamo aperti alla discussione».  

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