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Tutti insieme come il primo giorno

Gianni Letta, Guido Bertolaso e Massimo Cialente, sindaco de L'Aquila

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Un anno fa, nei giorni immediatamente successivi al terremoto che causò 308 vittime, oltre 1.600 feriti, 80 mila sfollati (ora gli «assistiti» sono 53 mila) e miliardi di danni, tutte le forze sociali e politiche dimostrarono una grande coesione nell'intervento immediato. La stessa «armonia e condivisione», ora devono guidare la ricostruzione de L'Aquila e dei paesi del circondario. È qualcosa di più di un auspicio quello che rivolge il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta nell'anniversario della tragedia. Letta lancia un messaggio a tutta la società civile e alle forze politiche rinviando a dopo i bilanci che, invece, tracciano in modo positivo il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, e il prefetto Franco Gabrielli, trovando condivione nel sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente. Bene quindi quanto è stato fatto finora ma Cialente averte anche che «c'è ancora moltissimo da fare». Mentre la città va riempiendosi di turisti e di aquilani tornati per ricordare quella terribile notte, e preoccupati per una ricostruzione che stenta a decollare, Letta invita tutti a «ritrovare lo spirito unitario di armonia e di condivisione che caratterizzò i primi giorni dopo il terremoto quando, tutti insieme, abbiamo cercato di dare sepoltura ai morti e soccorso ai vivi, affrontando, senza spirito di parte, l'emergenza di una tragedia così grande». Insomma uno sforzo comune che ha superato le divisioni politiche e ideologiche. Letta sottolinea che «è il giorno del ricordo, del dolore, del suffragio, della preghiera. Magari anche per fare un esame di coscienza personale collettivo». Un giudizio di quanto è stato fatto lo traccia, invece, Bertolaso: «Non è stato un anno passato invano», afferma, e, con una punta di orgoglio traccia i risultati conseguiti non senza fatica ma con grande impegno: «Quello realizzato a L'Aquila è molto importante. Il fatto che da tutto il mondo ci continuino a chiamare è un ulteriore esempio della considerazione e del giudizio che è stato dato a livello internazionale». «Nessuno - sottolinea Bertolaso - è stato abbandonato e lasciato solo. Mi sembra che lo Stato, il Paese abbiano dato una grande risposta di solidarietà, di fermezza, di partecipazione, ma anche di compostezza. In questi 12 mesi è stato fatto molto: la riapertura dell'anno scolastico, l'università, la possibilità di dare una casa confortevole a decine di migliaia di persone, anzichè metterle nei container senza sapere esattamente quale sarebbe stato il loro futuro». Un giudizio condiviso dal prefetto Gabrielli che evidenzia anche il lavoro svolto per evitare alla malavita organizzata di inserirsi negli appalti. Per Gabrielli, ora le priorità sono «il lavoro e l'economia, per certi aspetti ancora prima delle carriole», dice con riferimento alle centinaia di aquilani che da sei domeniche rimuovono nel centro storico le macerie, al fine di sensibilizzare le autorità ad accelerare un processo che riguarda 4 milioni di tonnellate di rifiuti causati dal sisma. Che sia stato fatto molto lo comferma anche il sindaco, Massimo Cialente, il quale però avverte che «c'è ancora moltissimo da fare per ricostruire L'Aquila e farla ripartire». «Ci sono decine di migliaia di persone ancora fuori. Abbiamo un tessuto sociale, economico e produttivo interamente da ricostruire. Non basta la buona volontà». L'istituzione della zona franca, che darebbe un impulso importante, sarebbe una buona soluzione, ma Cialente si augura che sia «reale, efficace, e non un gioco di prestigio».

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