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Gelmini: donne elette per merito

Il ministro Gelmini

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Sfatato un altro luogo comune: le donne sanno fare squadra. Se poi c'è da vincere una battaglia riescono addirittura a superare le distinzioni ideologiche pur di farsi valere. Questo è ciò che sta accadendo anche tra un gruppo di donne di diversa appartenenza politica che, compattandosi hanno deciso di rivolgere un appello al Ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, affinché esporti la legge elettorale sulla doppia preferenza, una per un uomo e una per una donna, in tutte le Regioni. Una proposta che, idealmente, trova l'appoggio anche di un altro illustre ministro, la collega dell'Istruzione, Mariastella Gelmini che, dopo aver espresso pieno appoggio a qualsiasi proposta che agevoli la presenza femminile nelle istituzioni, invita la politica a riflettere se la strada più giusta per aumentare il numero delle donne in politica sia quella sostenuta dalla Campania oppure se serva studiare sistemi alternativi. Ministro Gelmini eppure grazie a quella legge nel consiglio regionale della Campania c'è la più alta rappresentanza femminile. «Su questo non c'è dubbio ma non leghiamo il successo di quelle donne a quella legge che ha certamente dimostrato di agevolarle, ma non di esserne l'elemento determinante. Un esempio è Mara Carfagna. Su di lei è stato detto di tutto ma quelle 55mila preferenze sono il frutto di un impegno personale, di una grande grinta e di un grande lavoro. Tutti elementi che vanno oltre la legge elettorale. Noi vinciamo per le nostre qualità». Una vittoria che vale doppio. La prima perché è stata l'unica dei ministri candidati a vincere e la seconda perché ha dimostrato di non essere la velina che tutti descrivevano. «Certo. Brunetta e Castelli non ce l'hanno fatta lei invece, con la sua caparbietà, la sua determinazione e la sua capacità di sacrificio, ha stravinto. Una vittoria che era già nell'aria e che speriamo ora zittisca anche quei politologi o quegli intellettuali di sinistra sempre disposti a sparare sulle donne soprattutto se sono vicine a Berlusconi». Sfatata quindi anche la diceria che le donne del Pdl sono solo vallette? «Una diceria che Mara aveva già sfatato. Ma non solo lei. Il Pdl ha grandi donne al suo interno. Mi vengono in mente, tra le altre, i ministri Stefania Prestigiacomo e Giorgia Meloni, il sottosegretario Laura Ravetto e la deputata Elena Centemero». Una dimostrazione che il Pdl lascia spazio alle donne. E il Pd che fa? «Il Pd ha sempre denigrato Berlusconi e le donne elette nel Pdl. Piuttosto guardi a casa sua dove le donne non riescono a farsi eleggere come è successo nel Lazio. Ma non mi faccia parlare del Pd. Sono problemi loro, a me piace sottolineare come in realtà il presidente Berlusconi da sempre sia un tifoso delle donne e le abbia volute all'interno del partito». Anche lei deve ringraziare il Cavaliere per essere entrata in politica? «Sicuramente perché se non ci fosse stato un uomo con un così grande carisma, nel 1994 non avrei aderito a Forza Italia». Non avrebbe preferito fosse una donna a farle da madrina? «Va bene così, ma sappia che, nel mio percorso, non sono mancate molte donne che mi hanno sostenuto. E con questo, sfatiamo un'altra diceria». Ovvero? «Dicono che le donne non sanno fare squadra. Falso e la mia esperienza personale ne è un esempio». Ha dei riferimenti politici al femminile? «La prima in assoluto è Margaret Thatcher. Una donna di grande carisma che si è già conquistata un posto nella storia. Poi non mi dispiace Angela Merkel e Nancy Pelosi che in occasione dell'approvazione della riforma sanitaria negli Stati Uniti ha dimostrato che le donne non sono solo impulsività e passione ma sono anche razionalità e capacità di costruire consenso attorno a provvedimenti così difficili». E della neo governatrice del Lazio Renata Polverini che cosa ne pensa? «Di lei mi ha colpito la capacità di resistere, di tenere i nervi saldi anche dopo le controversie che ha dovuto affrontare. È stata coraggiosa e anche molto lucida perché non era facile mantenere il controllo in quella situazione. L'augurio che le faccio è quello di risollevare questa regione, rinnovarla e cambiarla. Il Lazio ne ha bisogno». Secondo lei il prossimo presidente del consiglio sarà una donna? «Dopo Berlusconi vedo solo Berlusconi. Inimmaginabile un premier diverso soprattutto dopo il risultato delle regionali: il suo ennesimo miracolo». Tutti danno consigli ai giovani, se la sente di farlo anche lei? «Perché no, e lo voglio dare alle ragazze che hanno voglia di fare politica: Non fatevi condizionare dai giudizi negativi che danno di questo mondo. Essere al servizio della gente è importante ed è un validissimo elemento formativo».

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