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Giorgio Napolitano punta tutto su Silvio Berlusconi

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.E sulla stagione di riforme che, dopo l'esito delle regionali, il premier si appresta ad aprire. Che su questo tema Palazzo Chigi giocasse in tandem con il Colle era già chiaro giovedì quando, di buon mattino, accompagnato dal sottosegretario Gianni Letta, Berlusconi era salito al Quirinale dove aveva trascorso circa un'ora parlando proprio di riforme. Ma ieri Napolitano ha concesso la sua benedizione ufficiale. Passeggiando per le vie di Positano dove si trova per trascorrere le vacanze pasquali il presidente della Repubblica, interrogato dai giornalisti sul dibattito in corso, ha risposto: «Sono molto sereno per la fase politica che si è aperta, aspettiamo». Insomma, se l'11 marzo stigmatizzava la «bolgia» del confronto elettorale; se il 30 marzo invocava a gran voce, per l'ennesima volta, la necessità di «riforme condivise», ora il Capo dello Stato è finalmente «sereno». E con lui lo è il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli che commenta: «Il Presidente Napolitano è sereno per la fase politica che si è aperta e fa bene. Lo siamo anche noi, perché la volontà di fare le riforme è la stessa. La tempesta sembra essersi placata e adesso tocca a noi veleggiare verso il cambiamento, evitando di ricadere nell'occhio del ciclone. La Lega, per parte sua, ha dato persino un'apertura al semipresidenzialismo, proprio perché siamo pronti a discutere di tutto». E toccherà probabilmente al Carroccio il difficile compito di far decollare il dialogo tra Pd e Pdl. Perché, nonostante le parole di Napolitano, le distanze tra i due partiti restano. Almeno nelle dichiarazioni ufficiali. Nelle file dei Democratici l'unico a commentare è il responsabile Giustizia Andrea Orlando. Ma la sua è tutt'altro che un'apertura. «Condividiamo lo spirito del presidente della Repubblica - spiega - perché auspichiamo che si apra davvero una fase di confronto nell'interesse generale a partire dalle questioni economiche e sociali. Il Pd farà le sue proposte per riforme sociali e istituzionali e ci auguriamo che il governo passi dalla fase delle leggi ad personam a quelle di un disegno più complessivo. Ci auguriamo che si apra una nuova fase di confronto sulle riforme vere anche se purtroppo da governo i segnali non arrivano». Molto più duro il commento del capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi: «Non diamo nessuna apertura di credito a questo governo senza aver visto prima le carte in tavola». La risposta del Pdl è altrettanto netta. «Se la minoranza non collaborerà, perderà un'occasione storica» avverte il portavoce del Pd Daniele Capezzone. «Trovino un punto di equilibrio e contribuiscano fattivamente alle riforme» gli fa eco il ministro per l'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi. Insomma, anche se Napolitano si dice sereno, la strada è tutt'altro che spianata.

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