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Grazie Santoro che fai volare i grillini

Michele Santoro presenta Raiperunanotte

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Tanti auguri di lunghissima vita professionale al caro Michele Santoro, che torna stasera con il suo Annozero a farsi vedere e sentire dal pubblico della seconda rete televisiva della Rai, dopo la partita fuori casa giocata giovedì scorso a Bologna. Dove, a due giorni e mezzo dall'apertura dei seggi per le elezioni regionali, è riuscito con le sue solite e provocatorie esagerazioni trasmesse in diretta o in differita da un po' di emittenti, fra le quali la stessa Rai, a dare un prezioso contributo agli sforzi di Silvio Berlusconi di compattare nelle urne il popolo del centrodestra. Se non ci fosse, questo benedetto Santoro dovrebbe inventarselo il presidente del Consiglio, anziché infuriarsi e sollecitare gli organismi di garanzia e simili a intervenire per sanzionarlo. O persino per togliergli il giocattolo con il quale si diverte, fra l'altro, a processare in contumacia chi non gli sta bene, in concorrenza con le Procure e i Tribunali, anche quelli più prevenuti. Che purtroppo non mancano nella disastrata e avventurosa amministrazione della nostra giustizia, rigorosamente minuscola. Santoro è ormai diventato il tappo della bottiglia di una sinistra che, incapace di cercare e raccogliere consensi all'esterno del suo vecchio perimetro con una seria politica riformista, si è condannata a vivere di sconfitte e di risse interne.   Il già esausto Pier Luigi Bersani, arrivato solo pochi mesi fa alla segreteria del maggiore partito d'opposizione, si è accorto che nella regione dove più si è speso nelle battute conclusive della campagna elettorale, il Piemonte, gli è stata fatale la concorrenza dei seguaci del comico Beppe Grillo. «Quello ci rovina», gli è scappato di dire prima di temere gli effetti di una simile ammissione sullo stato di salute del Pd e di assicurare ai vari Veltroni e Franceschini di non volersi chiudere al «confronto» con questo nascente movimento di spietata contestazione, che conta di raccogliere entro un anno centomila aderenti, come ha annunciato lo stesso comico. Ciò di cui forse Bersani non si è ancora accorto, per quanto assurda possa sembrare una simile distrazione, è che a far crescere la pianta dei "grillini", aumentando la confusione e la litigiosità della sinistra, è stato proprio il circo televisivo di Santoro, anche a costo di incorrere nelle sanzioni dei controllori.   Le cui orecchie e i cui occhi hanno retto all'urto degli insulti di Grillo raccolti e rilanciati dalla trasmissione Anno Zero al presidente del Consiglio, ma non a quelli destinati al presidente della Repubblica. I "vaffà" del comico genovese piacciono alla compagnia di Santoro, e al pubblico di cui essa è capace di condizionare umori e voti, più degli assalti di Antonio Di Pietro. Che non a caso si è già beccato qualche ramanzina da quelle parti per la pur contraddittoria svolta "moderata" annunciata al recente congresso del suo partito: quello dell'adesione, fra le proteste di Luigi De Magistris, alla candidatura del "plurimputato" Vincenzo De Luca alla presidenza della regione Campania.   In difesa di Grillo, e forse già pensando al pistolotto di questa sera, l'editorialista televisivo di Santoro, Marco Travaglio, ha intimato ieri a Bersani e agli altri dirigenti del Pd sul Fatto Quotidiano, il giornale nato dalle costole dell'Unità, di «uscire con le mani alzate e arrendersi», nel tentativo evidentemente di salvare la vita. A questo è dunque arrivata la sinistra italiana. Francesco Damato

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