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Eletti ed ex candidati, tutti vogliono un posto in giunta

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SusannaNovelli s.novelliiltempo.it Non smettono di squillare i telefoni di eletti, trombati, segretari di partito, ex candidati e assessori «in pectore». Dopo l'entusiasmo delle prime 48 ore, lo scambio di auguri per l'avvenuta elezione o per il «miracolo» compiuto, non è che un convenevole obbligato. L'argomento ora è un altro. Nomine e incarichi nella giunta e nel Consiglio regionale. Un sudoku più complesso che mai, da risolvere inserendo tre tasselli: Roma, ovvero una o più poltrone nella giunta Alemanno; le società regionali e, all'occorenza, comunali; il nuovo assetto del partito locale. Per questo non ci sarà la formazione lampo della giunta Polverini. E non a caso è stata proprio la neo presidente del Lazio a precisare che «per la formazione della squadra di governo impiegheremo il tempo che serve perché la giunta è una cosa seria, che ci impone di non fare scelte affrettate». Segue il sindaco Alemanno che dopo aver dichiarato di dover «riflettere» su un rimpasto di giunta, ha rinviato tutto dopo Pasqua, «quando ci confronteremo col partito e con il presidente Renata Polverini. Occorre fare due riflessioni fondamentali - precisa Alemanno - un bilancio di queste elezioni che ci hanno visto vincenti e che devono portare a una forte sinergia, attraverso il Pdl, tra Comune e Regione e sulle conseguenze della legge su Roma Capitale che probabilmente cambierà la struttura della giunta, che sarà più ampia». C'è posto insomma anche a Palazzo Senatorio. Ma è sulla giunta regionale, innanzitutto, che va trovata la quadra tra gli eletti, gli esclusi del Pdl di Roma e Provincia, i nuovi equilibri da definire con Udc e La Destra. E come, se non bastasse, con un'altra aggravante: le sette donne da mettere in giunta. Su questa linea appaiono sin troppo scontati i nomi di Isabella Rauti (eletta nel listino), Olimpia Tarzia (prima degli eletti a Roma) e Mariella Zezza, non eletta ma molto vicina alla neo governatrice. Il risultato poi di Claudio Fazzone, il più votato della Regione, non potrà non pesare negli equilibri interni. Numeri alla mano, un posto in giunta potrebbe arrivare anche per Francesco Saponaro e Gilberto Casciani, promossi a pieni voti con la lista Polverini. Ma da «pescare» sugli eletti in Consiglio ci sarà ben poco. Al di là della giunta infatti occorrerà ben definire le competenze dell'assemblea legislativa. Per quanto riguarda gli «esclusi», dovrebbero conquistare un posto in giunta Fabio Armeni e Massimiliano Maselli, (Urbanistica e Ambiente) per conto degli ex di Fi. Pietro Di Paolo (Trasporti), Francesco Lollobrigida (ai Lavori pubblici), Bruno Prestagiovanni (Personale), Luca Malcotti (Bilancio), possibilità in vista anche per Donato Robilotta (Affari istituzionali). Da rivedere poi il rapporto con Udc e La Destra. L'accordo con il partito di Casini prevedeva la vice presidenza della Regione a Luciano Ciocchetti (pretesa ora da Fi) e due assessorati. Il risultato, sotto le aspettative, dell'Udc potrebbe tuttavia far rivedere l'accordo e portare a un assessorato per Pietro Sbardella (Lavoro e politiche giovanili) e alla presidenza del Consiglio regionale, con Rodolfo Gigli. Quest'ultima però era stata più o meno decisa per Francesco Storace che, forte del suo 4% potrebbe però pretendere quanto l'Udc. C'è poi l'outsider: Vittorio Sgarbi al quale potrebbe andare l'assessorato alla Cultura. La materia sulla quale riflettere, insomma non manca. E non è detto che la soluzione al complesso sudoku non si trovi nell'uovo di Pasqua.

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