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Bossi re del Nord ma "fedele a Silvio"

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Bossi e Berlusconi

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Anche a seggi aperti Bossi si sbraccia in messaggi rassicuranti. «Il sorpasso sul Pdl? Non ci ho mai pensato, sono le solite invenzioni di stampa»; «Io e Berlusconi siamo alleati fedeli». «La poltrona di Milano? Con Silvio troviamo sempre un accordo». Ma questo sottolineare che tra il Pdl e il Carroccio fila tutto liscio, è quantomai sospetto. Come quando Bossi è salito sul palco di piazza San Giovanni a ribadire la totale fiducia in Berlusconi. Un intervento di cui poteva fare a meno tanto più in una città che non solo non appartiene al bacino elettorale leghista ma da sempre additata come simbolo di quel ventre molle della nazione dove proliferano sprechi e ruberie. Sulla stessa linea si sta muovendo il Pdl. La consegna ai parlamentari in prima linea è di minimizzare l'impatto che un decollo elettorale del Carroccio potrebbe avere sugli equilibri politici. Che sulla poltrona del Veneto sieda Luca Zaia è scontato. La scommessa è per il Piemonte dove il testa a testa tra Roberto Cota e l'uscente Bresso si consuma su un pugno di voti. Se la Lega riuscisse ad avere la meglio metterebbe un'ipoteca sul Nord fertile di conseguenze. Tantopiù che il Carroccio sta penetrando anche nelle regioni «rosse». La soglia di guardia è quel 10% superato il quale l'alleanza con il Pdl diventerebbe a trazione leghista. Hai voglia quindi a dire come ha fatto ieri Bossi come una litania, che il sorpasso è «un fatto secondario» e che l'unbica cosa a cui tiene la Lega è che «Berlusconi vada avanti a darci i voti per fare i decreti attuativi del federalismo». Hai voglia a ribadire che con «Silvio basta sedersi attorno a un tavolo e l'accordo si trova sempre» e che Casini «schiuma di rabbia» per questo patto d'acciaio. Tant'è che il Senatur si lascia sfuggire che un pensierino su Milano ce l'ha fatto. «Con il consenso degli elettori la Lega può arrivare ovunque, anche a conquistare la poltrona di Palazzo Marino». Calderoli è più esplicito: «La Lega lo chiede, se la gente ci vuole ci manda ovunque, vediamo, ragioniamoci un po'». Bossi ha comunque precisato di essere «amico della Moratti che si è trovata davanti una situazione difficile». Insomma qualora al Nord ci fosse quel sorpasso, la prima richiesta esplicita sarebbe proprio il comune di Milano. Ma non è solo una questione di poltrone. Nel Pdl c'è il timore che un buon piazzamento della Lega possa creare ulteriori frizioni con Fini e spostare l'asse della coalizione al Nord. Berlusconi ha bisogno della sponda con la Lega nel medio periodo ma sa che questo può trasformarsi in una palla al piede, in un condizionamento oltre a un motivo di tensione dentro il Pdl. Il premier si troverebbe stretto come in una morsa tra Fini e i paletti posti da Tremonti. Il ministro dell'Economia tra l'altro sta costruendo una rete nel mondo finanziario che al momento potrebbe essere molto utile alla Lega. L'unico contrappeso alla forza del Carroccio al Nord è la vittoria nel Lazio. Per questo la sfida della Polverini è la partita più importante di questa tornata elettorale.

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