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Bersani nella morsa Grillo-Di Pietro

Pierluigi Bersani, segretario del Pd

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Al Nord e soprattutto in Piemonte ci ha rovinato Beppe Grillo". Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, arrivando alla Camera per il 95esimo compleanno di Pietro Ingrao, non ha voglia di parlare con i cronisti. Dice che spiegherà tutto in conferenza stampa nel pomeriggio, ma un pò come a sfogarsi, aggiunge che "c'è un cupio dissolvi", desiderio di annullarsi. E accusa le liste a "cinque stelle", dichiaratamente contrarie all'alta velocità e decisive per la sconfitta del Pd in Piemonte: "consegnano la Regione ai Super-Tav". Per il leader del Pd, inoltre, le liste Grillo sono andate bene in Emilia ma non in Toscana, dove è andata bene l'Idv".   DI PIETRO: BERSANI HA SBAGLIATO TUTTO - Mentre Bersani si vede rosicchiare il primato dei democratici anche nelle regioni "rosse", Antonio Di Pietro canta vittoria.  Resta alleato dei democratici ma chiede a Bersani di fare piazza pulita di "beghe e cacicchi" che in periferia dilaniano il partito. Messo al sicuro uno stabile risultato elettorale - che per l'ex magistrato ha "strapremiato" l'Italia dei Valori "per "la chiarezza del linguaggio e dell'opposizione al governo fascista e piduista di Berlusconi" - Di Pietro spara a zero contro le scelte che hanno portato il centrosinistra alla sconfitta nelle elezioni regionali: "Le candidature mese in campo erano sbagliate e nel segno di una resa, frutto di scelte imposte da cacicchi come Loiero (Agazio, candidato in Calabria, ndr) e l'area bassoliniana in Campania". DI PIETRO: IL PD È IMBAVAGLIATO - Per Di Pietro sarebbe stato meglio "candidare Chiamparino (Sergio, sindaco di Torino, ndr) in Piemonte" e concentrare i voti su Pippo Callipo, candidato di Idv e Radicali in Calabria". Quanto al Lazio, quella di Emma Bonino era una "candidatura di risulta". "Onore alla Bonino, che ci ha messo la faccia -ha sottolineato Di Pietro in una conferenza stampa - ma non era in grado di intercettare i consensi moderati". "Il problema, però - ha aggiunto - non è la Bonino, ma il Pd, un partito fermo su se stesso e imbavagliato da beghe interne e lotte intestine". "Queste cose - ha sottolineato Di Pietro - le dirò a Bersani, quando lo sentirò". Quanto alle liste di Beppe Grillo, Di Pietro non sembra averne paura. "Non sono nè di destra nè di sinistra, le rispetto ma la protesta non basta. Bisogna stare dentro le istituzioni e non fuori". ESULTA GRILLO - Quello del Movimento "Cinque stelle" è soltanto l'inizio di un percorso. Parola di Beppe Grillo, che dal suo blog commenta il sorprendente risultato della nuova formazione politica: "Mezzo milione di italiani ha votato per il Movimento 5 Stelle", scritto con la V maiuscola come i V-day, presente in sole cinque regioni. "Hanno votato - prosegue il comico genovese - molti giovani che erano disinteressati della gestione della cosa pubblica. E' l'inizio di un percorso. Il MoVimento si è inserito in una partita tra bari, in cui la combine elettorale era preparata a tavolino. Pdl e Pdmenoelle (ovvero il partito dei democratici, ndr.) si spartiscono da 15 anni le zone di influenza del Paese e la gestione degli appalti. Il popolo sovrano non ha scelta, o vota uno, o vota l'altro, senza conoscere le logiche spartitorie sottostanti". In un'intervista il guru dell'antipolitica ha poi ammesso di pensare alle politiche, ma senza una candidatura diretta: "Non mi presento assolutamente. I ragazzi del Movimento - dice a Repubblica - ne sanno molto più di noi. Io ho provato ad aprire una  strada, ma tocca ad altri impegnarsi nelle città". IL COMICO ATTACCA: PIER LUIGI DELIRA - Secondo Grillo "la prova provata dell'inciucio è nella scelta dei candidati regionali da parte di D'Alema (Bersani è solo il suo portavoce, sempre più afono). Solo i nomi richiamano le sconfitte di Canne, Waterloo, della foresta di Teutoburgo e di Caporetto: scegliere Loiero in Calabria, Megaloman De Luca in Campania, e l'ectoplasma Penati in Lombardia è stato come salire su un ring con il braccio destro legato dietro alla schiena. Grillo è duro con Bersani e conclude: "Rimuovetelo al più presto da segretario, delira, come ha delirato sulla Tav, sugli inceneritori, sulla gestione pubblica dell'acqua". Il Movimento, incalza ancora il comico genovese, "ora esiste, ha un programma, 60 mila iscritti, consiglieri regionali. Non è di destra, nè di sinistra: è avanti. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene). Noi neppure".  

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