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E' ancora guerra sulle cifre della manifestazione

Le strade della Capitale invasa dal popolo del Centrodestra

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Il giorno dopo la grande «festa di popolo» del Pdl in piazza San Giovanni a Roma a tenere banco sono state le polemiche, che via via si sono trasformate in un violento scontro tra maggioranza ed opposizione, sui numeri dei partecipanti. Più di un milione per i vertici del Pdl, 150mila secondo la Questura. Un dato, quest'ultimo, duramente contestato dal centrodestra. Nella mattinata domenicale, da Bologna, Silvio Berlusconi ha smorzato i toni già divenuti tesi per alcuni interventi dei big del Pdl ma non si è sbilanciato sull'attendibilità dei dati della Questura: «In queste manifestazioni - ha spiegato - tutti danno numeri che fa comodo dare. Non entro nel merito, dico solo che mi sono emozionato nel vedere tante persone e che la qualità di queste persone mi ha riscaldato il cuore». Che "l'umore" nel partito per i "numeri" della Questura fosse nero lo lasciava intendere di buon mattino il presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto, «stupefatto da ciò che hanno affermato» le forze dell'ordine perchè «quando la piazza è strapiena il numero è molto più vicino alla cifra affermata dall'onorevole Verdini (un milione, ndr)». «Evidentemente, non solo da ciò che è avvenuto ieri - attaccava Cicchitto - ricaviamo l'impressione che alla questura di Roma c'è qualcosa che non funziona». Parole che hanno suscitato la reazione dell'opposizione. Per il vicepresidente della Regione Lazio, Esterino Montino, del Pd, «è evidente che qualcosa non funziona nel Pdl e non alla questura». Il presidente dei senatori dell'Idv, Felice Belisario, ha definito «le parole di Cicchitto pericolose ed eversive, un intimidazione di stampo mafioso». Roberto Rao dell'Udc bollava come «ridicola» la polemica nata dalle «surreali cifre fornite dal Pdl». I sindacati di polizia hanno parlato di «critiche insensate». Per il Siulp le parole di Cicchitto avevano un «senso di irresponsabilità». Quello dei numeri «è un problema di quinta elementare», secondo l'Anpf che ha contato «l'arrivo a Roma di 770 pullman», contro i 3mila annunciati dal Pdl. Critico il Coisp contro il governo che «che smentisce i propri organismi». Nel centrodestra c'è anche chi ha ridimensionato la polemica. Storace l'ha definita «ridicola» e il ministro Rotondi ha smontato «la solita querelle del giorno dopo». Controcorrente il sottosegretario Giovanardi: «150mila partecipanti - dice - è un grande risultato di cui essere davvero entusiasti». Soffiava sul fuoco, invece, Gasparri confermando «pesanti riserve sul comportamento del questore, peraltro deludente su tutti i fronti» e "consigliando" a Montino «calma e silenzio» anche perchè «per lui sono pronte sorprese clamorose». Parole che l'esponente del Pd ha marchiato in risposta come «dichiarazioni da squadrista». Nella guerra dei numeri è intervenuto a fine giornata Bossi con una battuta: «C'era abbastanza gente, ma erano tutti di Berlusconi. Così voleva l'accordo, altrimenti avremmo riempito tutte le piazze di Roma. Io ho tenuto in disparte dieci milioni di persone».

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