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Santoro in trasferta a Trani fa lo spot al suo programma

Il conduttore di Annozero, Michele Santoro

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TRANI - Una classica giornata da rockstar dell'antiberlusconismo. Esce dall'ascensore con gli occhiali scuri. Dopo un'ora e quarantacinque di colloquio con i magistrati. La giornata in Procura a Trani di Michele Santoro è simile a quella di un cantante. Appena mette il naso fuori dal Palazzo mette via le lenti nere e affronta il muro di telecamere e giornalisti. Una piccola «claque» lo acclama. Qualcuno gli grida «bravo, continua così...». Intorno ha due carabinieri, tre vigili urbani. Cinque minuti per acquietare i cameramen scatenati. E recitare un monologo contro il «Caimano», interrotto da domande che sembrano assist per infiammare il suo duello personale con il premier. Il contenuto dell'audizione con i magistrati? L'inventore della piazza mediatica con Samarcanda ha ricostruito e documentato dettagliatamente le presunte pressioni della politica per mettere in sordina Annozero. Ai magistrati avrebbe consegnato lettere aziendali risalenti all'autunno caldo televisivo e una missiva dell'Agcom. Il tutto è stato secretato e il conduttore televisivo si è attenuto alle disposizioni della Procura dribblando con i giornalisti ogni rifermento al colloquio appena terminato. Il senso delle sue dichiarazioni si può, però, riassumere in due linee: ossequio cerimonioso alla magistratura e strali contro il presidente del Consiglio. Il menù del giornalista salernitano certifica come in Italia sia ormai ripetitivo il copione della sinistra giustizialista. «Le pressioni che si sono svolte nei confronti di Annozero - questo è l'incipit delle dichiarazioni di Santoro - credo che siano pressioni di dominio pubblico. Vanno avanti dall'Editto bulgaro in poi». Subito dopo c'è la solfa vittimista: «Basta leggere i giornali e le dichiarazioni del presidente del Consiglio, e non solo, per comprendere quale sia stata la pressione politica esercitata nei confronti della nostra trasmissione affinché non andasse in onda». Il caso ha voluto che Santoro parlasse a trecento metri dal Castello Svevo, sede ogni settembre del festival più giacobino della Puglia, I dialoghi di Trani. Promossi dalla libreria girotondina «La Maria del Porto» insieme alla casa editrice Laterza, santuario della sinistra più intransigente contro Berlusconi. Il tribuno di Raidue sembra avere il torcicollo davanti al palazzo della Corte d'Appello. Guarda subito a sinistra per preparare la volata per la manifestazione del 24 marzo prossimo. «Tutti i programmi della Rai sono stati illegalmente sospesi perché non c'è alcuna legge che dispone la sovrapposizione di programmi di approfondimento e di tribune politiche». Poi i toni diventano comiziali. «Quindi - incalza come in un crescendo - questa decisione, presa prima dalla Commissione parlamentare di vigilanza, e poi avallata dalla maggioranza politica del Cda Rai è un vero e proprio abuso di potere». Infine lo spottone: «Il 25 marzo - conclude Santoro - stiamo per fare una trasmissione sulla libertà di informazione nel nostro Paese che andrà in onda dovunque sarà possibile dal Paladozza di Bologna. Sarà una grande piazza virtuale che si stringerà intorno alla nostra trasmissione». E via con un codazzo di sostenitori estasiati e i flash dei fotografi. Come una rockstar dell'antiberlusconismo.

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