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Via le macerie da L'Aquila, ma nessuno le vuole e protestano

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Ilsit-in è andato in scena nella mattinata e ha ricevuto anche la solidarietà dal comitato «3e32». «Mi sembra che sia fuori luogo - ha commentato Mattia Lolli, uno dei rappresentanti del comitato - che con la possibilità di potenziare siti di stoccaggio già attivi come Bazzano e Paganica si debba ricorrere a Cesarano, deturpando di fatto un ambiente naturale». E in favore della protesta è stato esibito uno striscione in piazza Duomo, in concomitanza con la mobilitazione del «popolo delle carriole». Anche il presidente della circoscrizione, Antonio Scipioni, ha preso posizione contro la proposta di stoccare nel territorio di Camarda le macerie derivanti dai crolli. «L'individuazione del sito di Cesarano - scrive - fatta a tavolino sulla base di mere deduzioni tecniche, rischia di compromettere una delle ultime porzioni di territorio della frazione di Camarda nelle quali poter garantire agli abitanti un minimo di continuità nella loro, spesso atavica, attività agricola». La piana, situata a ridosso dei confini del Parco nazionale del Gran Sasso e attraversata solo da una strada di campagna, è ancora coltivata dagli anziani contadini del piccolo centro aquilano. Anche in passato era stata individuata quale probabile sito per ospitare una discarica di rifiuti solidi urbani scatenando dure reazioni di protesta. Di certo, al momento, c'è soltanto un concetto semplicissimo: se le macerie devono essere rimosse dai centri storici bisognerà trovare dei siti dove stoccarle.

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