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Trani, ora arrivano gli ispettori

Giustizia

Il premier: "Ma sono indagato?"

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TRANI - Accertamenti sulla competenza territoriale e su un eventuale «abuso» delle intercettazioni: sarebbe questo il mandato ricevuto dagli ispettori del ministero della Giustizia che da oggi saranno a Trani per verificare eventuali anomalie compiute dalla procura nell'indagine Rai-Agcom. Di fatto gli ispettori sapranno se, così come sembra, nel registro degli indagati sono stati iscritti i nomi del premier Silvio Berlusconi e del commissario dell'Agcom Giancarlo Innocenzi. Il reato sarebbe quello di concussione. L'invio degli ispettori ha suscitato le proteste dell'Anm di Bari che lo ritiene un «rischio di intralcio all'inchiesta». In contemporanea a Bari, a 50 chilometri più a Sud, sarà in visita il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che consegnerà ai magistrati della procura cinque autovetture sequestrate alla mafia barese. Non è difficile immaginare che l'attenzione sarà tutta per il ministro che sabato aveva denunciato tre «gravissime patologie» nella conduzione dell'inchiesta tranese. E cioè: «Un problema gravissimo di competenza territoriale, un secondo problema di abuso delle intercettazioni, e un terzo che riguarda la rivelazione del segreto d'ufficio». In attesa dell'arrivo degli ispettori, il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo, ha già preso una drastica precauzione: il pm che coordinava le indagini, Michele Ruggiero, da oggi sarà affiancato da altri tre suoi colleghi, i sostituti Fabio Buquicchio, Ettore Cardinali e Marco D'Agostino. I tre - è scritto nella disposizione di Capristo - dovranno prendere qualsiasi decisione «all'unanimità» e se ci saranno pareri contrari solo il procuratore potrà decidere il da farsi. Una decisione, quella di Capristo, che ha molto infastidito - dicono i ben informati - il pm Ruggiero che è stato di fatto «commissariato dal suo capo con il quale, negli ultimi tempi, aveva avuto qualche screzio sugli sviluppi da imprimere alle indagini. Per Ruggiero i tempi erano maturi per chiedere al gip le misure interdittive, per Capristo bisognava invece aspettare. Tutti e due sono invece d'accordo sulla competenza territoriale della procura di Trani, fatto salvo un successivo, eventuale, invio degli atti a Roma. Ora con la coassegnazione del fascicolo sembra inevitabile la dilatazione dei tempi dell'indagine. Sulla vicenda Il fatto quotidiano pubblica stralci di conversazioni telefoniche intercettate tra il premier e Innocenzi nella quali si parla di una «strategia» da mettere a punto per fermare Annozero e Michele Santoro, che domani sarà ascoltato a Trani. I colloqui del premier intercettati sarebbero circa 20, una dozzina con Innocenzi, cinque-sei con il direttore del Tg1 Augusto Minzolini. «Dovete fare qualcosa che consenta alla Rai di dire: chiudiamo tutto», suggerisce il premier a Innocenzi. Il commissario sembra incassare ma, parlando con un componente del Cda della Rai, Alessio Gorla, si sfoga: «Il capo» sta «incazzato come una biscia». È addirittura «idrofobo». La «strategia» comunque non andrà mai a buon fine, nonostante l'invito che Innocenzi avrebbe rivolto al Cavaliere segnalando che sarebbe stato «utile un esposto dell'Arma».

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