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«Comprendo la loro rabbia»

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L'AQUILANel pomeriggio ha celebrato la messa domenicale e nella sua omelia non ha fatto cenno a quanto era accaduto qualche ora prima in Piazza Palazzo. Monsignor Giovanni D'Ercole tende a minimizzare la "contestazione" subita dal popolo delle carriole. Un gruppo sicuramente sparuto quello che ha contestato il prelato, un gruppo che non accetta il ruolo che la Chiesa locale ha avuto sin dal primo momento dopo il sisma in aiuto di tanti terremotati. D'Ercole non si dice rammaricato quanto sorpreso. «Non ero certo andato in Piazza per farmi vedere - ha raccontato - quanto piuttosto per vedere e capire quello che sta succedendo». Un modo per guardare la realtà, capire anche gli animi degli aquilani. «Non sono andato a raccogliere le macerie per farmi conoscere - ha aggiunto - quanto per conoscere». Poche parole che spiegano la sua presenza. Poche parole che non manifestano alcun astio verso chi lo ha contestato. Monsignor D'Ercole aveva subito sottolineato di comprendere la rabbia delle persone e la loro voglia di portare avanti questa giusta causa. Causa che non giustifica la contestazione se si pensa al ruolo importante che la diocesi sta svolgendo sul territorio. «La chiesa - aveva detto D'Ercole poche ore prima della manifestazione - vuole pensare prima di tutto ai giovani col progetto del microcredito (6 milioni di euro donati da organizzazioni benefiche), iniziativa che prevede una parte di finanziamenti a fondo perduto e un'altra a tassi davvero bassissimi. In questo modo potremo dare una mano concreta alla nascita di tante cooperative di giovani e così gettare le basi del loro futuro». F.Cap.

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