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Trani, un'inchiesta che fa acqua

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Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini

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La Procura di Trani smentisce il Fatto Quotidiano. «Augusto Minzolini non è indagato». L'ambizioso castello accusatorio raccontato dal giornale di Marco Travaglio vacilla. Il giornale diretto da Antonio Padellaro aveva evidenziato - fin dai titoli in prima pagina - il coinvolgimento del direttore del Tg1 nell'inchiesta che si presume riguarderebbe il premier Silvio Berlusconi ed il consigliere Agcom Giancarlo Innocenzi, protagonisti di una trama indirizzata a mettere il silenziatore alla trasmissione di Raidue Annozero. «Fantasiose ricostruzioni giornalistiche», sottolineano fonti giudiziarie, escludendo senza remore che il nome del giornalista romano sia iscritto nei registri. E così la cittadina del nord barese è attesa da una settimana movimentata. Domani, infatti, arrivano gli ispettori inviati dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Il Guardasigilli chiede di fare luce su una querelle che infiamma il clima politico in un delicatissimo frangente pre-elettorale. «L'inchiesta di Trani, il cui contenuto non conosco nel merito - ha spiegato il ministro della Giustizia a margine di un incontro ad Agrigento - evidenzia almeno tre gravissime patologie che sono chiare anche all o studente che affronta all'università l'esame di procedura penale. E cioè: un problema gravissimo di competenza territoriale, un secondo problema di abuso delle intercettazioni, e un terzo che riguarda la rivelazione del segreto d'ufficio». Se il direttore del Tg1, Augusto Minzolini fosse stato indagato, avrebbe dovuto essere ascoltato dalla Procura stessa alla presenza del suo legale, e non come semplice testimone informato sui fatti... Dopodomani ci sarà la discesa in Puglia di Michele Santoro, che dalle colonne di Repubblica ha tuonato: «Che Berlusconi voglia mettere il bavaglio ad Annozero non è una novità.   La novità è che l'Autorità garante, che dovrebbe essere indipendente, prende ordini direttamente dal presidente del Consiglio». Gli ispettori di Via Arenula, guidati da Arcibaldo Miller, ed il conduttore televisivo sono attesi in una delle procure più belle d'Italia, con balconi che rimandano ai fasti ottocenteschi della cittadina adriatica, impreziositi da un affaccio mozzafiato sul mare, a pochi passi dalla Cattedrale, esempio mirabile di romanico pugliese. Trani meriterebbe la ribalta nazionale per le bellezze paesaggistiche (è chiamata la «Perla di Puglia») ma i media tornano ad occuparsi del borgo marinaro per l'ennesima scossa giudiziaria che si vorrebbe partisse dal Tacco d'Italia. «Siamo qui a disposizione»: il procuratore capo, Carlo Maria Capristo,non si scompone. E ai giornalisti lancia rassicurazioni.   «Lasciateci lavorare con riservatezza, tranquillità e professionalità» ha ribadito ieri mattina. Nel palmares della Procura c'è però qualche flop di rilevanza nazionale. Nel 2004, infatti, nel registro degli indagati fu iscritto addirittura l'allora governatore di Bankitalia Antonio Fazio. «Un atto dovuto» dissero ai tempi. Il clamore si tramutò rapidamente in una bolla di sapone. Chiusa con l'archiviazione (si ipotizzava il reato di favoreggiamento nella truffa della Banca 121). Anche allora si aprì una inchiesta contro ignoti per rivelazione del segreto d'ufficio. «Certa magistratura sta gettando fango su di noi dettando tempi e temi della campagna elettorale»: il premier Silvio Berlusconi taglia corto sulla querelle generata dal Fatto Quotidiano. «Io mi occupo di cose serie e non di questioni ridicole e grottesche come questa», ha sentenziato il presidente del Consiglio.  

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