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Tra la Cei e la Bonino un solco invalicabile

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Probabilmentenon servivano i preservativi nella scuole per capire che tra la Chiesa cattolica ed Emma Bonino esiste una distanza abissale. Ma di certo, la polemica esplosa attorno alla decisione del liceo Keplero, approfondisce il solco tra Oltretevere e la candidata del centrosinistra. Una solco che, in tempi di elezioni regionali nel Lazio, non va certo sottovalutato. Che nei piani alti del Vaticano si tema per una possibile vittoria della leader Radicale non è un segreto. Avvenire, il quotidiano della Conferenza espiscopale italiana, non ha lesinato i colpi. Rispondendo alla lettera di un lettore lo scorso 6 marzo, il direttore Marco Tarquino spiegava chiaramente che «la tattica radicale è da sempre quella di insediarsi nell'elettorato e nel sentimento politico altrui». L'ultima evoluzione, quella «romana e laziale», «propone un mellifluo tentativo di accaparramento addirittura di quei valori cattolici che da decenni avversano in modo militante». «E noi - concludeva Tarquino -, che pure nessuno consideriamo interlocutore impossibile, ai politici radicali ragione non possiamo e non vogliamo dare. Se hanno davvero popolo, lo dimostrino». Un modo chiaro per spegnere sul nascere qualsiasi speranza: se Emma Bonino pensa di poter raccogliere voti all'interno dell'elettorato cattolico se lo può dimenticare. Non a caso lo stesso Avvenire, pur invitando chi aveva sbagliato a fare mea culpa, si era espresso a favore di una soluzione che consentisse alla lista del Pdl di tornare in corsa nel Lazio. E probabilmente non a caso il sottosegretario Gianni Letta, da sempre canale privilegiato tra il governo e il Vaticano (ieri pomeriggio si è concesso un colloquio con il cardinale Camillo Ruini prima della presentazione del volume Dio oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto nella sala Angiolillo di Palazzo Wedekind ndr), ha gestito personalmente la pratica. Insomma il mondo cattolico ha già scelto da che parte stare. E ai radicali non resta che radicalizzare lo scontro. Così, quando il vicario di Roma Agostino Vallini ha criticato la decisione del liceo Keplero, Michele De Lucia, candidato nel listino Bonino, è passato subito al contrattacco: «È incredibile come il Vaticano (grande elettore di Renata Polverini) rilanci - anche a Roma, anche nella Regione Lazio - la propria crociata contro la libertà di scelta individuale». Eppure, anche se la candidata del centrodestra è in testa alle preferenze del mondo cattolico, non può dormire sonni tranquilli. «I cattolici sono preoccupati - ammette l'ex teodem Pd Paola Binetti - non solo per la storia personale della Bonino, ma anche per quella culturale dei Radicali. Purtroppo, anche per il problema delle liste, il mondo che guarda a Renata è rimasto più bloccato rispetto a quello del centrosinistra. Ora bisogna vedere se quel mondo è in grado di ricompattare le proprie energie affrontando anche la difficoltà che potrebbe nascere dalla demotivazione di chi avrebbe votato il Pdl. L'obiettivo è alto non si tratta solo di vincere, ma di difendere una cultura». Renata lo sa bene. Per questo nella sua lista civica spiccano, tra le altre, le candidature di Olimpia Tarzia (tra i fondatori del movimento per la vita) e Mimma Giaccari (Acli). Ma anche quelle di Paola Guerci (presidente dell'associazione Unicaritas fondata dalla Caritas diocesana di Roma) e della giornalista Mariella Zezza (autrice di un libro sulla tutela della maternità scritto assieme a Salvatore Mancuso presidente del comitato etico dell'Università Cattolica). Non solo, ma domani sarà a via del Corso per la presentazione del manifesto che il Forum delle Associazioni familiari (quello che promosse il Family Day) le chiederà di sottoscrivere. Mentre mercoledì parteciperà ad un incontro organizzato dalla Compagnia delle Opere, associazione di imprese nata dall'esperienza di Comunione e liberazione. Il 29 marzo, nelle urne, si vedrà se il «popolo» di Renata peserà più di quello di Emma.

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