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Lacrime e applausi per salutare Pietrino

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Lacrime, rabbia e un applauso hanno accompagnato Pietrino Vanacore nel suo ultimo viaggio. La chiesetta di San Pietro Apostolo non riusciva a contenere la folla commossa di Monacizzo che si è stratta intorno alla famiglia. Mentre il feretro attraversava piazza Trieste, portato in spalla dai figli Mario e Mirco e da altri parenti, non è mancato qualche momento di tensione. Nella piazzetta, una donna, contrariata dalla vicinanza dell'obiettivo di un fotografo, ha urlato «assassini» verso la nutrita schiera di cameramen e fotoreporter. In chiesa, il cugino Antonio è stato colto da malore. La moglie Giuseppa De Luca, Pina, come la chiamano a Monacizzo, sfinita dal dolore, era sorretta dalla figlia di Pietrino, Anna. Ha seguito il feretro del marito quasi scortata da un gruppo di parenti. Tutti erano molto provati, anche per questo don Gianluca Bleve ha invitato i presenti a non porgere le condoglianze e ha concentrato la sua omelia su pochi ma significativi riferimenti al Vangelo e sul dramma interiore che ha logorato l'ex portiere del palazzo di via Poma. Il parroco ha sottolineato la sua vana e sofferta ricerca della serenità, il tormento che lo ha accompagnato da quel 7 agosto del 1990, giorno in cui fu uccisa Simonetta Cesaroni: «Adesso ha trovato quella pace che ha sempre cercato, la pace eterna accanto a Dio, l'unico porto sicuro per ogni cattolico».   Poi ha rivolto alcune parole di conforto alla moglie e ai figli, invitandoli ad affidarsi alla fede in un momento così drammatico. Nessun riferimento, invece, al suicidio. Il sacerdote autorizzato dal vescovo, monsignor Benigno Papa, ha celebrato la funzione religiosa perchè, ha spiegato dopo la messa, «si tratta di una vicenda particolare e in questo caso non c'è il disprezzo per la vita da parte di chi ha compiuto il gesto». Terminate le esequie, la salma è stata scortata dai carabinieri fino al cimitero della vicina Sava, dove Pietrino è nato. E dove riposerà per sempre.  

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