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La piazza avvelenata di Bersani

Antonio Di Pietro (Idv)

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Il 13 marzo si avvicina e il Pd sta cercando in tutti i modi di evitare le insidie di una manifestazione che, ad oggi, rischia di trasformarsi in un clamoroso boomerang. Ad agitare i sonni dei vertici democratici è sempre lui: Antonio Di Pietro. Il leader dell'Idv continua la sua campagna anti-Quirinale (ieri ha invitato Giorgio Napolitano ad «aprire gli occhi» sul legittimo impedimento) e questo aumenta il rischio che il vero obiettivo della piazza di sabato non sia il governo, ma il Colle. Se ciò accadesse per il Pd sarebbe la fine. Così Pier Luigi Bersani sta cercando in tutti i modi di «imbrigliare» lo scomodo alleato. Punto di partenza è la piattaforma comune della manifestazione che, spiega il segretario del Pd, punterà il dito contro il governo unico responsabile del decreto salva-liste e, soprattutto, cercherà di trasformare la «protesta in proposta» affrontando i temi sociali che sono quelli che più interessano i cittadini (il titolo infatti sarà "Per la democrazia, il lavoro e la legalità"). Nel frattempo Bersani chiede alla maggioranza di «mettere un punto fermo» rinunciando «al meccanismo dei contenziosi del Lazio» e cercando di «instaurare un clima di confronto». In cambio il Pd rinuncerà ai ricorsi in Lombardia. Quanto poi alle uscite di Di Pietro il segretario non ha dubbi: «Ognuno porta la responsabilità di quello che dice, ma quando si fa una cosa insieme la si fa sulla base di una piattaforma e in questa non c'è menzione delle critiche al Quirinale». Partita chiusa? Magari. Non basta certo una firma in calce ad un documento per fermare il focoso Tonino. Il secondo nodo da sciogliere è infatti se far parlare o meno dal palco il leader dell'Idv. Il Pd, vista anche la presenza in piazza di altre forze politiche avrebbe preferito tenere giù dal palco i segretari di partito. Anche per non offrire un remake dei tempi funesti dell'Unione. Ma Tonino non ne ha voluto sapere. «Certo che sabato parlo dal palco - ha detto a chi lo interrogava -. Il Pd lo sa e ne è felicissimo». Così a piazza del Popolo dovrebbero parlare tutti i leader delle forze che hanno promosso la manifestazione. Ma si stanno cercando anche altri oratori e, proprio per questo, i Democratici avrebbero sondato la disponibilità dell'ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. In ogni caso Bersani ci tiene a sottolineare che «ci saranno tante piazze, ci sarà un mix di politici e società civile» e che, comunque, «il vero problema è vedere se piove o no...» Nonostante l'ironia, però, le tensioni sono tutt'altro che scomparse. In molti attendono infatti con ansia di vedere come si comporterà Napolitano sul legittimo impedimento. Un via libera riaccenderebbe lo scontro tra Tonino e il Colle con conseguenze nefaste per la manifestazione di sabato. Forse per questo Di Pietro ha già pronta un'exit strategy. Fonti della Questura fanno sapere che Idv e popolo viola hanno già prenotato per il 13 marzo piazza Navona. Altri parlano addirittura di piazza San Giovanni. Il partito smentisce (su piazza San Giovanni ndr) e fa sapere di aver prenotato solo piazza del Popolo. Ma da qui a sabato la strada è ancora lunga.

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