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Emanuela Orlandi scompare a 15 anni in circostanze misteriose il 22 giugno del 1983.

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EmanuelaOrlandi frequenta una scuola di musica in piazza Sant'Apollinare a Roma. Il giorno della scomparsa, nel tragitto che dal Vaticano la porta a scuola, incontra uno sconosciuto, alla guida di una Bmw verde, che le offre un lavoro di volantinaggio per la Avon (azienda di cosmetici), da svolgere durante una sfilata di moda e pagato esageratamente (circa 375.000 lire). Emanuela risponde che prima di accettare deve chiedere il permesso ai genitori. Verso le ore 19, dopo essere uscita in anticipo dalla lezione, telefona a casa: è l'ultimo contatto con la famiglia. L'ultima a vederla è Raffaella Monzi, un'amica che la accompagna alla fermata del bus, lasciandola alle 19.30. Poco dopo, Emanuela viene vista da un vigile urbano davanti al Senato in compagnia di un uomo alto circa un metro e 75, sui 35 anni, snello, con il viso lungo, stempiato, con una valigetta e una Bmw scura metallizzata, somigliante a Enrico De Pedis, boss della Banda della Magliana. Il 25 giugno un uomo che dice di chiamarsi Pierluigi telefona alla famiglia raccontando di averla vista in Campo de' Fiori vendere cosmetici. La ragazza, che porta con sé un flauto e occhiali a goccia «contro l'astigmatismo», dice di chiamarsi Barbara. Pierluigi richiama il 26 giugno. Poi, il 28, chiama un certo Mario, 35 anni con forte accento romano: anche lui vede Barbara vendere cosmetici a piazza Venezia. A Mario chiedono l'altezza della giovane, lui esita e si sente una voce: «No, de più». Domenica 3 luglio 1983 il Papa, durante l'Angelus, rivolge un appello ai responsabili della scomparsa di Emanuela Orlandi, ufficializzando per la prima volta l'ipotesi del sequestro. Il 5 luglio, giunge una chiamata alla sala stampa vaticana. Un uomo con l'accento straniero (l'«Amerikano») afferma di tenerla in ostaggio. L'uomo tira in ballo Mehmet Ali Agca, che aveva sparato a Giovanni Paolo II in piazza San Pietro: chiede uno scambio per la liberazione del killer turco entro il 20 luglio. In totale, le telefonate dell'«Amerikano» sono 16, tutte da cabine telefoniche: non si apre mai alcuna pista. Alla scomparsa di Emanuela viene collegata la sparizione di un'altra adolescente, Mirella Gregori anche lei quindicenne, scomparsa il 7 maggio 1983 da Roma e mai più ritrovata. L'estraneità dei Lupi grigi viene confermata da un pentito della Banda della Magliana Antonio Mancini, che nel 2007 dichiara: «Si diceva che la ragazza era robba nostra, l'aveva presa uno dei nostri».

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