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Prima superare la bufera, poi usare il bisturi

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Sitratta del frutto avvelenato della mentalità bizantina di quanti, all'interno del Pdl, rimangono attaccati all'idea del vecchio «partito di correnti» e rifiutano di accettare la logica e lo spirito di «partito nuovo» che erano, invece, all'origine del progetto berlusconiano. È, questa, una constatazione amara che, però, deve essere fatta. È un dato di fatto che Berlusconi - pur assediato su più fronti, politici e giudiziari - dovrà tener presente all'indomani delle elezioni. Quale che sia - ripetiamo - il loro risultato. Sarà necessario rimettere ordine nel partito facendo intendere con chiarezza che chi non ne condivide i presupposti, le indicazioni, le scelte ne è automaticamente fuori. Il Pdl prossimo venturo dovrà liberarsi non solo della zavorra interna e degli improvvisatori incompetenti ma anche di tutti quegli elementi che sono pervicacemente attaccati al passato e a una concezione della politica come luogo di baratti e trattative sotterranee. Soltanto così facendo esso potrà essere davvero quel «partito nuovo» capace di incidere realmente, con riforme istituzionali di tipo liberale, al rinnovamento del sistema politico italiano. Diciamola tutta, la verità. In Italia, malgrado le apparenze, la separazione dei poteri, mito del costituzionalismo liberale, è sempre stata una chimera. Chi non ricorda, ai tempi della prima ma anche della seconda repubblica, i casi di quei governi che si reggevano sul voto di ministri e sottosegretari, esempio paradigmatico di confusione tra potere legislativo e potere esecutivo? Chi non ha presente il graduale abbandono della funzione notarile del Presidente della Repubblica, dai tempi di Gronchi in poi, e il suo crescente protagonismo in tutti i campi fino a giungere alla pretesa dell'esame preventivo di provvedimenti legislativi? Chi può contestare che talune scelte di magistrati esprimano un aperto conflitto fra potere giudiziario e potere esecutivo? Chi può negare che le modalità di costituzione di delicati organi di controllo, come la Corte Costituzionale, non garantiscano imparzialità di giudizio e si contraddicano nelle loro stesse sentenze? Il Pdl prossimo venturo, se vorrà davvero avere una ragione di esistenza e rispondere positivamente al consenso di cui gode, dovrà affondare il bisturi senza esitare. Ma potrà farlo solo dopo aver rimesso ordine in casa propria. E questo è quello che ci si attende da Berlusconi. Il quale, però, prima, dovrà pensare a rimediare ai danni provocati dalle ultime vicende.

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