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La banda aveva il software degli 007

Intercettazioni

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Non bastavano i diamanti, i contatti con personaggi legati alla 'ndrangheta, milioni e milioni di euro da riciclare. Adesso nell'inchiesta Fastweb-Telecom Italia Sparkle, spunta addirittura un sistema di spionaggio elettronico. Un software che, secondo la magistratura, era nella disponibilità anche di Gennaro Mokbel, il presunto capo dell'organizzazione che riciclava il denaro sporco.   Si tratta di un sistema informativo che viene utilizzato solamente dalle forze dell'ordine per svolgere, ad esempio, indagini sul terrorismo e sulla pedopornografia su internet. Insomma, un programma utile a svolgere attività di alto spionaggio per dare la caccia ai criminali sulla grande rete. E ora, in base a quanto accertato dagli investigatori del Ros e della Guardia di Finanza, questo sistema sarebbe finito nella disponibilità di Mokbel. Il tutto attraverso l'acquisizione di una serie di società che avevano ai vertici personaggi vicini a Mokbel, finiti a loro volta nella maxi inchiesta sul presunto riciclaggio di oltre due miliardi di euro. Il lavoro della procura di Roma è adesso quello di capire come l'arrestato abbia avuto la possibilità di accedere a questo sistema informatico e soprattutto in quale settore criminale lo possa aver utilizzato. Ma non finisce qui. Secondo gli inquirenti, sempre lo stesso Mokbel era riuscito a entrare anche nel mondo della filmografia. Questo perché altri due arrestati nell'inchiesta sulla «colossale frode», Silvio Fanella e Luca Breccoletti, erano rispettivamente amministratore unico e intestatario di quote della società «Extreme Movies srl», che ha prodotto, tra gli altri, il film «L'uomo spezzato», con la regia di Stefano Calvagna, arrestato lo scorso novembre e «gambizzato» a San Saba nel febbraio del 2009 e imputato per il reato di truffa aggravata e falso. Intanto, l'attività degli investigatori non si ferma, tanto che già stamattina inizieranno ad aprire le cassette di sicurezza dove la banda nascondeva, secondo i pm, soldi e diamanti comprati di contrabbando all'estero per riciclare i soldi sporchi dell'organizzazione in gioiellerie a Roma e a Firenze. E contemporaneamente entreranno nella galleria d'arte in via Bevagna, a Roma, dove è stato trovato il tesoro di Mokbel, per capire il valore della merce scoperta martedì scorso. Il procuratore aggiunto romano Giancarlo Capaldo è rientrato ieri dall'Inghilterra dove si è occupato degli aspetti procedurali legati alle posizioni di quattro arrestati, detenuti a Londra. Il magistrato, insieme con i sostituti Francesca Passaniti, Giovanni Bombardieri e Giovanni De Leo, ha già passato al setaccio gli esiti degli interrogatori di garanzia finora eseguiti e l'andamento delle rogatorie internazionali disposte in Gran Bretagna e Svizzera.  

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