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Unicredit, Palenzona verso la presidenza Grandi manovre a Roma

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Irapporti con i poteri romani della politica potrebbero essere la dote giusta per mettere Fabrizio Palenzona in sella a Unicredit. Il nome del vicepresidente torna a circolare con insistenza per l'avvicendamento al presidente Dieter Rampl che termina il mandato nel 2012 ma potrebbe lasciare in anticipo segnando l'inizio di una nuova fase di riorganizzazione della banca. A aprire la strada a Palenzona sarebbero diversi fattori e non ultimo il suo radicamento nella Capitale dove ha una fitta ragnatela di rapporti con la politica e il mondo imprenditoriale. Può vantare un'amicizia di lunga data con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti (ha studiato legge a Pavia quando il ministro era assistente universitario) e con il senatore del Pdl Luigi Grillo presidente della Commissione Lavori pubblici. Palenzona che ha dimostrato negli anni di essere un abile mediatore e ha saputo fare un gioco di sponda con Palazzo Chigi nei momenti più difficili di Unicredit a causa della crisi economica, è visto dentro il Gruppo come l'uomo giusto in questo momento. Altrettanto solidi sono i suoi rapporti con il mondo imprenditoriale. Palenzona è presidente di Aeroporti di Roma e dell'Aiscat, stanza di compensazione tra soci pubblici e privati da Autostrade (Benetton) alle compagnie petrolifere dall'Eni alla Tamoil, alle società del gruppo Gavio. Ad aprirgli la strada verso Aiscat è stato Giancarlo Elia Valori, uscente da Aiscat e ora presidente di Sviluppo Lazio. Le radici di Palenzona affondano quindi in profondità nel tessuto della Capitale. Tra le diverse cariche annovera anche un posto nel comitato esecutivo dell'Unione Industriali di Roma. A questa dote, che pesa eccome, si aggiunge il fatto che ha dietro il mondo delle Fondazioni azioniste che vogliono rafforzare le proprie istanze al vertice della banca di Piazza Cordusio. Il cda del 16 marzo affronterà il piano di riorganizzazione della banca e dal territorio arrivano segnali di insofferenza per il modello di banca unica che mantiene la struttura divisionale ma cancella cda, comitati locali e direzioni generali. Quindi c'è l'esigenza di gestire il nuovo piano in sintonia con le Fondazioni e Palenzona sarebbe l'uomo giusto a questo scopo. Anche l'ad Profumo sarebbe propenso a un cambio della guardia alla presidenza. Cassa di Risparmio di Torino, Cariverona e Carimonte, pretendono il ritorno alla remunerazione dei propri investimenti, ovvero il dividendo sfumato nel 2009, e, dopo aver partecipato agli aumenti di capitale, vogliono avere più voce nelle scelte strategiche.

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