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Fastweb, torna Scaglia. Parlerà

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Interrogatorio Sarà ascoltato dai magistrati romani. Pesanti i capi d'accusa

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.Destinatario di un'ordine di custodia cautelare, l'ex numero uno del gruppo di tlc è, atteso nella notte a Ciampino, con un volo privato proveniente dalle Antille. Una volta a Roma sarà interrogato e, con ogni probabilità, davanti al gip respingerà ogni accusa. Come da copione. Il ritardo del suo arrivo aveva fatto pensare a una trattativa tra i i suoi legali e gli inquirenti, magari incentrata sulla disponibilità dell'indagato eccellente a collaborare con la magistratura. Da ex mago della finanza, Scaglia si è già giocato le sue «mandrakate» con le frasi di rito in circostanze del genere: «Desidero parlare al più presto con i magistrati per poter rispondere dei fatti che mi sono stati attribuiti - aveva fatto sapere attraverso i suoi avvocati - . Sono totalmente tranquillo sulla correttezza del mio operato e della società da me amministrata». In poche parole, «non so nulla» di frodi carosello, di riciclaggio, di una rete della 'ndrangheta nella società da lui fondata. Una tlc, Fastweb, sulla quale dopo l'avvio dell'inchiesta pende una richiesta di commissariamento della Procura di Roma. In attesa del «personaggio eccellente» la giornata di ieri è stata contrassegnata da un'attività febbrile degli inquirenti impegnati in una lunga riunione tesa alla formulazione dei capi di imputazione a Scaglia. La base è quella di alcune denunce su truffe legate agli sms con i quali gli operatori di telefonia mobile attivavano all'insaputa dei clienti servizi a pagamento. E c'è anche la tranche che vedrebbe il maggiore della Guardia di Finanza, Luca Berriola, in servizio al comando Tutela finanza pubblica, arrestato per aver incassato - su una delle operazioni di riciclaggio - una cospicua tangente. Per l'accusa Silvio Scaglia era «il dominus pressoché assoluto» di Fastweb ed è «logicò ritenere che le operazioni commerciali fittizie "Phuncards" e "Traffico Telefonico" fossero non soltanto da lui conosciute, ma espressamente autorizzate in quanto indispensabili per l'abbellimento dei bilanci e della contabilità della società da lui amministrata», scrive il gip Aldo Morgigni nell'ordinanza di custodia cautelare. Nella sua qualità di ad e di presidente del cda di Fastweb Spa - nonché di amministratore delegato di e.Biscom Spa - Scaglia è accusato al momento di «partecipazione all'associazione per delinquere» individuata dagli inquirenti, «in relazione alle condotte tenute nell'ambito delle operazioni commerciali fittizie e del reato di «dichiarazione infedele mediante l'uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti» in merito alle dichiarazioni Iva degli anni fiscali 2003, 2005 e 2006. Sempre secondo il gip, Scaglia era «non soltanto il legale rappresentante» di Fastweb «di fronte a terzi, ma il vero dominus della società quotata dopo la trasformazione e colui al quale venivano quindi riferite le scelte gestionali di maggior rilievo nell'ambito della società». A tale visione delle cose non crede il finanziere Francesco Micheli, cofondatore di e.Biscom, oggi Fastweb, insieme con l'ex numero uno. «Scaglia certo non poteva immaginare - ha detto Micheli - che potesse esserci la lunga mano della 'ndrangheta nell'azienda».

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