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Finale di seduta in crescendo per Fastweb e Telecom, le due società al centro della maxi inchiesta sul riciclaggio avviata dalla Dda di Roma.

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Fastweb,dopo un breve passaggio in asta di volatilità, ha concluso in crescita dello 0,93% a 15,19 euro, la quotazione massima della seduta. Gli operatori segnalano un forte ordine di acquisto al meglio (cioè senza l'indicazione del prezzo) nei minuti finali di contrattazione. Vorticosi gli scambi su Fastweb: nella giornata sono passate di mano un milione e 629mila azioni (pari al 2% del capitale), contro una media quotidiana dell'ultimo mese di Borsa di 87mila «pezzi». Ieri l'amministratore delegato di Fastweb, Stefano Parisi, durante una conferenza stampa, ha spiegato che resterà al suo posto. «Non mi dimetto, non ho nessuna responsabilità». Parisi ha anche spiegato che «l'assemblea di Fastweb è stata già convocata per il 24 marzo. Al momento noi lavoriamo insieme agli azionisti, come abbiamo fatto sempre». Il principale azionista di Fastweb, dopo l'opa del 2007, è Swisscom «che era già al corrente delle indagini», ha concluso Parisi. Parisi ha poi annunciato che la società ha licenziato due dipendenti «infedeli». Si tratta di Bruno Zito, che era dirigente, e di Giuseppe Crudele. «Hanno portato dentro l'azienda delle altre aziende che erano gestite in modo criminale. Fastweb ha rapporti con migliaia di imprese ed è difficile mettere la mano sul fuoco su tutte queste», ha spiegato l'amministratore delegato. «Spero di stare in un Paese in cui non si spenga un'azienda, con tutto quello che comporta – ha proseguito – Siamo un'azienda sana, la nostra reputazione è tutto. Per tecnologia e qualità delle persone siamo la migliore azienda di telefonia fissa in Italia. Il mio compito adesso è quello di difendere la reputazione di Fastweb».

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