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Emma Bonino sciopera contro il Pd

Emma Bonino

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Nelle mani di Emma. Il Partito Democratico è, ogni giorno di più, nelle mani di Emma Bonino. Che si sta lentamente trasformando in un vero e proprio incubo per Pier Luigi Bersani. La candidata del centrosinistra alla Regione Lazio, infatti, continua a cercare ogni modo per smarcarsi dalla sua coalizione. Per dirla con le parole di un deputato Democratico: «Continua a fare la Radicale». E la cosa comincia a generare malumori nel quartier generale di Sant'Andrea delle Fratte. L'ultimo atto della sua «campagna di allontanamento» dal Pd è l'inizio dello sciopero della fame e della sete per spingere il governo ad intervenire contro la «strage di legalità degli ultimi 8 mesi». Sotto accusa la «discriminazione» dei Radicali sulle reti Rai e i «sabotaggi» nella raccolta di firme per presentarsi alle elezioni. Temi che, anche se Bonino evita polemiche con il Pd, chiamano direttamente in causa il partito di Bersani. Secondo i Radicali, infatti, i Democratici sono tutt'altro che estranei a ciò che sta accadendo. Non fosse altro perché hanno uomini e mezzi per raccogliere e autenticare le firme necessaria alla presentazione delle candidature. Ed è anche per questo che, tra le righe, Emma fa sapere che continuerà la campagna elettorale «nei limiti delle mie capacità fisiche» e, comunque, «decideremo all'ultimo minuto, a livello nazionale» se ritirare o meno le liste radicali dalla competizione elettorale (compresa quindi la candidatura nel Lazio). Una sorta di «assicurazione sulla vita» da utilizzare nel caso in cui la situazione dovesse precipitare. Nel frattempo, forse per far capire a tutti che lei non sta scherzando, Bonino ha deciso di disertare l'appuntamento romano con Bersani e tutti i candidati governatore del centrosinistra. Non è stata l'unica. All'ultimo minuto anche Vasco Errani e Filippo Penati sono mancati per impegni già presi in precedenza. Ma è difficile dubitare della fedeltà di due degli esponenti più bersaniani del Pd. Molto più pesante l'assenza di Emma. E non solo perché l'ordine alfabetico la pone in testa ai 13 candidati governatore, ma perché la manifestazione «Buone regioni» si svolge nella Regione in cui è candidata. Nella città che potrebbe essere decisiva per decidere chi vincerà tra lei e Renata Polverini. E infatti, tra i militanti accorsi per vedere i «fantastici 13» c'è un po' di delusione. Delusione che Bersani prova a placare con dichiarazioni rassicuranti: «Emma è assente giustificata, sta conducendo una battaglia forte che deve essere ascoltata. Ma la sua candidatura non è assolutamente a rischio». Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti che lancia un appello «al Pd e a tutte le forze democratiche perché collaborino a rispondere alle richieste della Bonino». Mentre il segretario laziale del Pd Alessandro Mazzoli parla di una «battaglia giusta e condivisibile». Anche Goffredo Bettini scende in campo a difesa di Emma: «Il Pd deve spingere perché questa situazione anomala venga in queste ore modificata. Le parole preoccupate di Bersani vanno in questa direzione. Non si tratta di esprimere solo una dovuta solidarietà alla nostra brava e coraggiosa candidata nel Lazio, si tratta di garantire un pieno funzionamento della democrazia». Insomma sarà anche vero, come dice Bersani, che la candidatura della leader radicale non è a rischio, ma nel frattempo i Democratici si mobilitano in massa per evitare brutte sorprese. Il timore principale, infatti, è che Bonino non affronti con il necessario impegno gli ultimi 30 giorni di campagna elettorale che rischiano di essere decisivi. «Per ora - spiega un senatore Pd dietro promessa di anonimato - può continuare a fare la Radicale, ma nei prossimi giorni dovrà fare la candidata. Non è con lo sciopero della fame che si conquistano gli indecisi». Perché sarà anche vero, come recita lo slogan della sua campagna pubblicitaria, che di Emma Bonino «ti puoi fidare». Ma la saggezza popolare insegna che fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.

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