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Il ritorno di Veltroni: insulti ai romani e lodi a Marrazzo

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Walter Veltroni

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Veltroni è tornato. A un anno di distanza dalle dimissioni da leader del Pd, l'ex sindaco di Roma scende in campo a sostegno di Emma Bonino. E, in un colpo solo, riesce in un'impresa impossibile: lodare Marrazzo e insultare i romani. Una cosa da vero fuoriclasse. Ieri mattina il buon Walter si è presentato all'Auditorium di via Rieti (praticamente sotto casa sua) per concludere i lavori del seminario regionale di Area Democratica. Un segnale distensivo visto che Veltroni e i veltroniani, pur facendone parte, sono entrati in polemica con la componente guidata da Dario Franceschini accusandola di aver lavorato contro la candidatura di Mauro Agostini in Umbria. Ma anche un appuntamento elettorale visto che, intorno all'ora di pranzo, nella sala ha fatto la sua apparizione Emma Bonino. La candidata del centrosinistra alla Regione Lazio ha illustrato le sue idee e i suoi progetti, poi ha lasciato la parola all'ex leader del Pd. Che non si è risparmiato. Prima, infatti, ha tuonato contro gli esponenti politici locali (alcuni erano presenti in sala) che, nonostante le liste non siano ancora state presentate, hanno già tappezzato i muri della Capitale con i loro manifesti elettorali. Poi ha espresso la propria stima incondizionata nei confronti della candidata del centrodestra Renata Polverini. Quindi si è lanciato in un'ode del governatore uscente Piero Marrazzo. «Tutto ciò che è accaduto a Marrazzo e ha sconvolto la sua vita e quella della sua famiglia ci ha dato un profondo dispiacere umano - ha esordito -. Ma l'onestà politica dovrebbe dire che al di là della questione personale Marrazzo ha trovato nel 2005 una situazione disastrosa e insieme alla sua giunta ha evitato il tracollo. Per questo voglio ringraziare Piero Marrazzo per il suo lavoro». Era solo l'antipasto, un modo per scaldare la platea. Il vero piatto forte, infatti, è arrivato poco dopo. Veltroni ha rivendicato con forza la sua esperienza da sindaco. Ha ricordato le opere realizzate (anche se sarebbe meglio dire inaugurate visto che gran parte dei progetti citati erano stati avviati dalla giunta Rutelli) e il fatto che nel 2008, nonostante la sconfitta alle Politiche, il Pd raccolse a Roma il 41% dei consensi. «Abbiamo trasformato Roma radicalmente - ha detto -. Nel 2006 organizzammo una campagna elettorale basata sullo slogan "orgogliosi di essere romani". Oggi non si potrebbe più fare». Parole che scatenano l'immediata reazione del sindaco Gianni Alemanno: «Veltroni si dovrebbe vergognare per quello che ha detto. Non si può insultare Roma in questa maniera. L'affermazione "oggi è impossibile dirsi orgogliosi di essere romani" io la prendo come un insulto per Roma. I romani hanno scelto chi li amministra e in questo modo vengono insultati per le scelte che hanno fatto». La polemica si infiamma. Contro Walter scendono in campo i capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. Oltre ad una lista di esponenti romani: da Claudio Barbaro a Barbara Saltamartini, da Andrea Augello a Fabio Rampelli. Uniche voci a difesa di Veltroni quelle del consigliere regionale Pd Enzo Foschi e di Roberto Morassut («La reazione mostra un nervosismo del sindaco che nasce dalla consapevolezza che dopo due anni di amministrazione il bilancio della sua giunta è assai scarso»). Il resto del partito tace anche sui ringraziamenti a Marrazzo. Forse il buco della sanità, la vicenda dei rifiuti e le spese folli delle giunta che ha guidato il Lazio negli ultimi 5 anni non meritano proprio un ringraziamento. E per dimenticare non basta dire, come faceva Alberto Fortis, «io vi odio a voi romani, io vi odio a tutti quanti, brutta banda di ruffiani e di intriganti».

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