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E il patto con l'Idv è già in crisi

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Antonio Di Pietro al congresso dell'Idv

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Quando c'è di mezzo Antonio Di Pietro tutto è relativo. Così succede che, dopo due giorni passati a parlare della necessità di passare dalla fase dell'opposizione a quella dell'iniziativa, il leader Idv torna a fare ciò che gli riesce meglio: rompere le scatole. Rimettendo in discussione anche il patto di ferro siglato con Pier Luigi Bersani. Se infatti il Pd apre alla possibilità di una discussione sul tema dell'immunità parlamentare, il buon Tonino chiude a doppia mandata. «L'immunità per le dichiarazioni che i parlamentari fanno in rappresentanza degli elettori già esiste - spiega -. Quello che si pretende ora è l'impunità per i reati comuni che vogliono commettere o hanno commesso: questo è immorale e da Paese delle banane». «L'Idv, sia che la proposta venga dalla maggioranza o da nostri alleati dell'opposizione - sostiene - dirà in modo deciso e determinato no all'ennesimo tentativo di impunità per la casta. Sono convinto che gli elettori del Pd, ma anche i parlamentari e i dirigenti responsabili di quel partito, non cadranno nella trappola». Quanto alla proposta lanciata dal vicepresidente del Csm Nicola Mancino, il leader Idv non si lascia intenerire: «Non discuto la buona fede di Mancino, ma io dissento perché io so per esperienza che una volta data l'immunità questa si configura in impunità. Nelle materie giudiziarie non esiste centrodestra o centrosinistra ma il partito della "coperta" e quello della "scoperta"».

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