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La riforma Gelmini partirà a settembre

Il ministro Gelmini

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Non è andata in viaggio di nozze (come ha sottolineato scherzosamente il premier Berlusconi) e, probabilmente, non andrà neanche in maternità. Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, invece, ieri mattina era a Palazzo Chigi dove coronava finalmente un sogno: il Consiglio dei ministri ha dato l'ok definitivo alla sua riforma della scuola secondaria superiore. E' l'ultimo tassello del sostanziale processo di trasformazione che il giovane ministro ha voluto imporre alla scuola italiana, inabissatasi agli ultimi posti delle classifiche internazionali sulla qualità dell'istruzione e formazione. «Si tratta di una svolta epocale che partirà dal 2010 e che segna un passo fondamentale verso la modernizzazione del sistema scolastico italiano - ha detto la Gelmini raggiante in conferenza stampa, dove si è presentata insieme al Capo del Governo - L'impianto complessivo dei licei, infatti, risale alla legge Gentile del 1923». Lo spirito della riforma? «Coniugare tradizione e innovazione, razionalizzare i piani di studio, privilegiare la qualità, dare più spazio all'autonomia delle istituzioni scolastiche, consentire dei percorsi di studio personalizzati».Non sono dei semplici slogan ma scelte chiare realizzate «grazie al contributo di tutti» ha aggiunto il ministro, lanciando un appello «ai sindacati, in particolare a quelli moderati, perchè si possa proseguire in un clima di collaborazione e di assunzione reciproca delle responsabilità». E ai denigratori («è una riforma fatta per batter cassa» dice l'opposizione) ha ribattuto serafica: «La sinistra è allergica alle riforme. Bersani e company non vogliono modernizzare la scuola, sono contrari a qualsiasi riforma per questo Paese». Il ministro ha invece avvisato che «ora si cambia, che la scuola non sarà più considerata un ammortizzatore sociale». «Per noi deve avere più ore di lingua straniera, di matematica, di scienze, deve avere un legame più stretto con il mondo del lavoro. Attendiamo invece da due anni dal Pd una qualsiasi proposta concreta che non è mai arrivata» ha spiegato. E allora come saranno questi nuovi licei? Nasceranno dal connubio di tradizione e innovazione, appunto. Finora c'erano 396 indirizzi sperimentali e 51 progetti. Adesso saranno solo sei: il classico, lo scientifico, il linguistico, l'artistico (con sei indirizzi: arti figurative, architettura e ambiente, audiovisivo e multimedia, design, grafia e scenografia), il liceo musicale e coreutico e quello delle scienze umane. Oltre alle due new entry: il liceo musicale-coreutico e quello delle scienze umane (che però sostituisce il sociopsicopedagogico portando a regime le sperimentazioni avviate negli anni scorsi). Verranno incrementati, ha illustrato il minsitro, gli orari della matematica, della fisica e delle scienze per irrobustire la componente scientifica nella preparazione degli studenti. E sarà potenziato lo studio delle lingue, con la presenza obbligatoria dell'insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni dei licei ed eventualmente di una seconda lingua straniera usando la quota di autonomia. Una materia del quinto anno, poi, sarà insegnata in inglese. Passiamo agli istituti tecnici: attualmente sono 1.800, suddivisi in 10 settori e 39 indirizzi. Le classi dei tecnici sono 39.283, frequentate da 863.169 alunni. Da ora in poi ci saranno 2 settori e 11 indirizzi: l'economico con 2 indirizzi (amministrativo, finanza e marketing; turismo) e il tecnologico con 9 indirizzi (meccanica ed energia, trasporti e logistica, elettronica ed elettrotecnica, informatica e telecomunicazioni, grafica e comunicazione, chimica, materiali e biotecnologie, sistema moda, agraria e agroindustria, costruzioni, ambiente e territorio). Ecco i nuovi professionali: ora in 1.425 istituti professionali studiano 547.826 alunni suddivisi in 25.445 classi. Attualmente sono 5 i settori di istruzione professionale, con 27 indirizzi. D'ora in poi, invece, ci saranno 2 settori e 6 indirizzi: il settore dei servizi con 4 indirizzi (servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale; servizi socio-sanitari; servizi per l'enogastronomia e l'ospitalita' e servizi commerciali), settore industria e artigianato con 2 indirizzi. Altro che istruzione di serie B. «Nel caso degli istituti tecnici e professionali - ha spiegato Gelmini - saranno incrementate le ore di studio della lingua inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere. Sarà rafforzato il rapporto con il mondo del lavoro e delle professioni attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini e l'alternanza scuola-lavoro». È una risposta alla crisi economica, ha spiegato Gelmini, e formerà le professionalità richieste dal mondo del lavoro. Secondo il ministro «iscriversi ai nuovi istituti tecnici e professionali consentirà ai giovani maggiori opportunità occupazionali e una riduzione dei tempi di transizione tra scuola, formazione e lavoro». Il ministro ha stoppato pure le polemiche per il taglio del monte ore settimanali in linea con «quello sostenuto dall'Ocse che afferma testualmente che è statisticamente provato che una durata d'istruzione più lunga (tempo ore) non ha in generale un impatto benefico sui risultati di apprendimento».

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