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"Mi ritiro se c'è Fitto"

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Adriana Poli Bortone

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«Non mi ritrovavo più nella linea politica del Pdl. Per questo mi sono iscritta al gruppo misto. Mi trovavo fra gente che continuava a votare contro il mio territorio». Lo ha detto la senatrice Adriana Poli Bortone durante la trasmissione di Radiodue Un giorno da pecora, raccontando i motivi che l'hanno indotta a non entrare nel Pdl al momento della confluenza di An e Fi. «I giornali hanno scritto - ha detto tra l'altro al riguardo - che ero seccata perché non mi avevano dato il ministero per le politiche europee. Ma non è vero. Non ho mai chiesto quel ministero anche perché sapevo che quella era una casella già occupata». L'Ex ministro ha poi confermato l'intenzione di non ritirarsi dalla corsa per le regionali in Puglia: «Non ci sono margini di trattativa con il Pdl. Le trattative si sono chiuse domenica scorsa». «Sono bugie - aggiunge - messe in giro dal Pdl con l'obiettivo di confondere le idee alla gente. Io mi candido con il mio movimento "Io sud" e con l'Udc». Alla domanda se le sia stato offerto un ministero per ritirarsi «mi sono arrivate delle telefonate - risponde Poli Bortone - ma niente di preciso: possiamo vedere, ci sono margini, ma sapevano che la cosa non mi interessava». Quindi partita chiusa con Berlusconi? «Berlusconi è una brava persona, ma è distante dal Pdl locale, che, invece, in Puglia ha fatto una fitta campagna contro di me». Fitta nel senso di Fitto? Le chiedono i conduttori Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro. «Fitto non so se è masochista o uno che gioca bene a poker e vuole rischiare, comunque se si candida Fitto io mi ritiro. Fitto è il più di noi, se non si candida Fitto, si perde». Ma perché avete litigato? «Non saprei. A Fitto e a diversa gente in generale danno fastidio le donne che pensano. Io un pochino penso. Ergo do fastidio». Vogliamo chiamare Fitto? «Io l'ho fatta già una telefonata a Fitto, ma adesso non mi va». E se si presentassero solo Vendola e Palese? «Tra Vendola e Palese andrei palesemente al mare». Infine una previsione sulle sue possibilità: «Se parto dal 10% dei voti, come dicono le statistiche, per me è già una buona cosa. E poi c'è sempre il voto disgiunto. L'elettore - dice - potrebbe votare il Pdl e poi esprimere la sua preferenza per me come presidente della Regione».

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