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Trappola mortale nell'ospizio lager

Santa Severa (Roma), incendio mortale nella casa di riposo

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SANTA SEVERA Non è stata proprio un'oasi la casupola per attrezzi chiamata «dependance» dove i due ospiti più «inquieti» della Casa di Riposo per anziani «Oasi di Villa Chiara» di Santa Severa venivano, ogni notte, rinchiusi. L'ultima notte della loro lunga vita, la dependance si è trasformata in una trappola per topi. Giovanni Marongiu, 91 anni, di Santa Marinella e Lamberto Di Bernardini, 82, di Cerveteri, sono morti asfissiati là dentro, verso le 6 di ieri mattina quando un corto circuito all'impianto di condizionamento ha sprigionato una nuvola di fumo. I poveretti hanno tentato invano di uscire dalla dependance: la porta d'ingresso era chiusa a chiave dall'esterno. I loro corpi infatti sono stati trovati uno davanti all'uscio e l'altro vicino al bagno interno, nel tentativo di cercare una via di fuga. Ed è per questo che i coniugi Cipollini (64 anni lui, 61 lei), titolari della Casa di Riposo «Oasi Villa Chiara» di via dei Normanni a Santa Severa sono stati arrestati. I Carabinieri, hanno notificato l'atto restrittivo nel pomeriggio di ieri, con l'accusa di omicidio e sequestro di persona. Il luogo della tragedia, una specie di magazzino attrezzato a camera da letto con un piccolo bagno non ha l'abitabilità per usi abitativi. È una struttura con mura molto leggere, dove in queste notti faceva sicuramente molto freddo. È probabile che i due anziani regolassero al massimo il climatizzatore: il corto circuito è partito proprio da qui. Le indagini dovranno ora accertare se a causare l'incendio, sia stato il cattivo funzionamento o la scarsa manutenzione del condizionatore e se l'impianto elettrico ed i sistemi antincendio della dependance fossero o meno a norma. Non c'è stato un incendio vero e proprio. Tuttavia, bruciando lentamente, la plastica e gli altri materiali hanno emesso una grande quantità di fumo tossico. Per i due anziani non c'è stato scampo. C'è stato pure un tentativo di salvataggio da parte di un dipendente della casa di riposo, Prisca Rafani, 25 anni, nativa del Madagascar. La ragazza s'era accorta del fumo che fuoriusciva dalla dependance, ha aperto il portone ma è stata investita da una densa nuvola di fumo che non gli ha consentito neppure di allontanarsi, tanto che è caduta a terra esanime. A salvarla, è stato un carabiniere della locale stazione, Luca Lo Presti, arrivato sul posto dopo una segnalazione, che vedendo la giovane priva di vita, gli ha subito praticato la respirazione bocca a bocca e poi un massaggio cardiaco. Dalle prime indagini dei Carabinieri è emerso anche che la casa principale, una villetta a due piani, dove erano ospitati gli altri dieci anziani non ha l'autorizzazione della Asl, nessun rapporto con le strutture sanitarie del territorio, né alcun tipo di convenzione ma funzionava come un «bed and breakfast» per anziani. I due proprietari assicuravano vitto e alloggio in cambio del pagamento di una quota giornaliera.   Tutta una serie di irregolarità, che sembrano destinate ad aggravare la posizione della coppia e, probabilmente, a coinvolgere anche altre persone. L'idea di utilizzare la villa come una residenza per anziani abusiva era stata attuata qualche anno fa dalla coppia arrestata, due psicologi che avevano fatto parte di una Cooperativa chiamata «La Foglia». La casa-alloggio per anziani «Villa Chiara» è stata posta sotto sequestro dal magistrato Deodato che ha seguito personalmente l'inchiesta andando direttamente sul posto. I dieci ospiti della casa di riposo sono stati trasferiti a Villa Lesiona. A margine del tragico episodio, la notizia che i responsabili della residenza non hanno informato tempestivamente i familiari delle due vittime, così hanno appreso del decesso dai congiunti direttamente dagli organi d'informazione.

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