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Napolitano a Reggio Calabria Trovata un'auto con esplosivo

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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REGGIO CALABRIA Secondo l'antimafia non è escluso che sia un segnale di minaccia e intimidazione nei confronti dello Stato. Durante la visita del presidente Giorgio Napolitano a Reggio Calabria è stata trovata da una pattuglia dei carabinieri, ad alcune centinaia di metri dall'aeroporto, un'auto sulla quale erano custoditi armi ed esplosivo: fucili da caccia, pistole, ordigni rudimentali, passamontagna e nel bagagliaio una tanica da due litri con liquido infiammabile con attaccati fiammiferi antivento.   L'auto è stata individuata su segnalazione di una fonte confidenziale proprio in mattinata, quando Reggio Calabria era presidiata dagli uomini delle forze dell'ordine per la visita del presidente. Secondo fonti dell'antimafia, forse in un primo momento si è voluto minimizzare questo ritrovamento per non ammettere che nel sistema di sicurezza c'è stata qualche smagliatura. Tesi che è in netta antitesi con quella sostenuta dalla Dda di Reggio Calabria. Secondo il procuratore aggiunto, Nicola Gratteri, uno dei magistrati più esperti nella lotta contro la 'ndrangheta, «il ritrovamento dell'automobile non è assolutamente un segnale lanciato alle istituzioni. Se qualcuno avesse voluto attuare un'azione in tal senso, l'automobile sarebbe stata lasciata davanti ad un ufficio pubblico o giudiziario. In realtà quelli nell'auto erano soltanto attrezzi per attuare un'intimidazione collegata ad un tentativo di estorsione».   I carabinieri, che hanno avviato le indagini, sostengono che l'esplosivo sarebbe potuto servire per un attentato di matrice estorsiva da compiere contro un imprenditore ed un commerciante. Il materiale passerà al vaglio degli specialisti del Ris. I militari hanno sottolineato che l'auto non era nel percorso seguito dal presidente e comunque è escluso che volesse essere un atto contro Napolitano. L'episodio si inserisce nella situazione di tensione determinatasi a Reggio Calabria dopo l'attentato del 3 gennaio contro la Procura generale e per questo viene valutato con estrema attenzione. Napolitano con un discorso al Liceo Artistico di Reggio Calabria ha fatto una spietata analisi della situazione della criminalità dopo i gravi scontri di Rosarno e la «brutale aggressione» contro i magistrati antimafia di Reggio Calabria. Il Capo dello Stato ha sottolineato che servono «ordine e legalità» nel mercato del lavoro e nei flussi di immigrazione; maggiore attenzione per «prevenire» le tensioni sociali che si vanno accumulando; più risorse e impegno sistematico, non discontinuo, degli apparati dello Stato. Ma ha aggiunto che anche la Calabria deve fare la sua parte contro il «nemico principale» che è la 'ndrangheta, la forma di criminalità organizzata «più insidiosa» che l'Italia produce ed esporta. Napolitano ha elogiato la decisione di tenere a Reggio Calabria sessioni speciali del Csm e del consiglio dei ministri. Il presidente ha anche incontrato i magistrati di Reggio Calabria e di Palmi insieme al procuratore antimafia Piero Grasso.

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